DRAGHI ASPETTA
CHE SOFFRIAMO ANCORA. PAROLA DI GOLDMAN SACHS. (vanno arrestati dall’esercito)
Nelle
condizioni in cui ci troviamo – un es: il settore del commercio al dettaglio e
dell’edilizia italiana è ai peggiori livelli d’Europa assieme alla Francia, più
gli altri dati da orrore – e dato che il denaro oggi l’ha in mano l’imperatore
neofeudale Mario Draghi alla BCE, l’unica soluzione – a parte uscire
dall’Eurozona – sarebbe che la BCE aprisse i rubinetti dei soldi, che in
termini tecnici si chiama QE (la BCE si mette a comprare titoli di Stato a man
bassa).
Preciso:
il QE non funziona, è tutto sbagliato, ma questo non conta. Gli investitori e
Draghi stesso non lo sanno, credetemi (chi lo sa bene sono i migliori analisti
americani, infatti il QE americano non ha risolto nulla di concreto). Quindi
Draghi e investitori credono che il QE
salverebbe famiglie e aziende, ok? Allora la domanda è:
Cosa diavolo
aspetta Draghi a darci quell’ossigeno? Perché non fa il QE? Se ne sta a
Francoforte a guardare coi suoi occhi da pesce morto un’Europa che sprofonda, e
non agisce. Ma perché?
La risposta è
agghiacciante e ce la dà la fonte finanziaria più autorevole del mondo, e cioè
il colosso bancario Goldman Sachs. Andrew Wilson, che a Goldman è capo del Global Fixed Income and Liquidity Management, ha
appena dichiarato a Bloomberg che “… prima che Draghi attivi il QE, l’economia
europea dovrà PEGGIORARE MOLTO…”.
Avete un’idea della mole di sofferenze umane e sociali che PEGGIORARE MOLTO significa? Avete un’idea che ogni giorno di crisi dei redditi e della produzione italiana significa anni di futuro distrutto per i nostri figli? E dobbiamo PEGGIORARE MOLTO prima che Draghi si degni di darci ossigeno? Allora…
… allora solo un cieco, demente, minorato mentale a sto punto non riesce ancora a vedere quale è il disegno dell’Eurozona Neofeudale: DISTRUGGERCI, per il bene del GIUSTO ORDINE sociale delle elite.
Intervengano le Armi fedeli alla Repubblica. Intervengano! Fuori dall’Eurozona e mandato di cattura internazionali per Mario Draghi. Non c’è più altra via.
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