L’ORRORE
NEOFEUDALE A 18, 22, E 25 ANNI.
Mangio
una piadina in un wine bar con cucina tipica romagnola, nel centro di Bologna,
locale figo, pieno di gente, ma molto impostato sul tradizionale. Romagna,
Romagna, Romagna, ovunque.
Coda
dell’occhio e orecchio destro colgono qualcosa che stona: i due ragazzi che
lavorano come muli dietro alla cucina aperta a centro sala non quadrano con la
Romagna. Il cuoco è polacco, e la cameriera-cassiera è ucraina. 18 anni lui, 25
la seconda.
Paolo
Barnard non ci sta. Locale figo, tradizione romagnola 100% D.O.P., e loro cosa
cazzo c’entrano con la Romagna? Se vendi piadina e castrato con l’accento slavo
non è proprio il massimo. Al limite un accento emiliano, ecco. Come essere a
mangiare l’abbacchio alla romana e il tizio del locale è danese mentre la cameriera
ha l’accento portoricano. Ma la domanda che gli faccio è molto più cruciale:
“Ragazzi, ma perché non ci sono italiani qui
a lavorare?” Loro: perché non li vogliono sti lavori. E mentre
interagiscono con me sono sudati, tengono in mano 4 piatti alla volta, il cuoco
è paonazzo, arrivano ordini come fiocchi di neve, ha 5 mani sto ragazzo, perché
mentre fa le insalate, le zuppe e gira il castrato sulla piastra riesce anche a
servirmi un altro calice di vino. Sono lì, loro, dalle 5 del pomeriggio e
finiranno alle 2 di notte, per 1.000 euro al mese… lei, lei! Lui per un emerito
cazzo, gratis. Perché? Perché frequenta una di ste scuole di formazione
professionale che prestano apprendistato alle aziende gratuitamente, in cambio
poi di una qualifica.
“Quindi i ragazzi italiani sti lavori… manco
per il piffero” incalzo io. Lui “Senti,
io sono polacco, e scusa eh? Ma qui in Italia di lavoro ce n’è da vendere”.
Eh? Hey ragazzo, il qui presente giornalista ti dice che la disoccupazione giovanile
in Italia è al 42%, e tu mi racconti che il lavoro c’è da vendere? “C’è, ma tanto, un mio amico ha piantato la
cucina e ora lavora a metter su ascensori, e poi non immagini quanti ragazzi
cercano al mercato ortofrutticolo, solo che sai, alzarsi alle 4 del mattino….”
Eccoci
al palo. Ragazzi italiani fighetti che si lamentano che non hanno lavoro, ma la realtà è che hanno il prurito al sederino a farsi il culo e stanno a casa
da mamma papà, e poi ci dicono che la disoccupazione giovanile dei soliti
italiani bugiardi è alle stelle. Eccoci, cazzo, ma per chi lotto io? Eh?
Eh?........... Nnnnno….
Ferma
ferma ferma, no no no no, non è così. No, no. No!
Hey
polacco, dimmi, dove sta la tua famiglia. Lui: “Mio padre è in Polonia, è in ospedale, in fin di vita. Ha lavorato 55
anni dalle 4 della mattina alle 11 di sera ed è crollato”. Il ragazzo che
mi parla è un toro di un metro e novanta, e mi fa il gesto della mano come per
dire ‘mio padre era come me e ora è come sto mignolo’. Ah!
L’ucraina
lo bacia, poi mi dice che voleva finire l’università, ma no, sfiga, no soldi, e
mi indica il soppalco del locale dove ora noto che una ragazzina corre avanti e
indietro a servire ai tavoli. Lei studia ancora, mi dice la ragazza dell’Est. Quando
la ragazzina scende la blocco. E tu? Lei: ho 22 anni, veneta, studio
antropologia, no dinero, lavorare qui, sempre, scusa, ho da servire. E via.
Appoggio
il vino e riassumo tutto nella mia testa. Gesù, ma hanno 18, 22, e 25 anni,
perché sono qui? Perché non sono a divertirsi, a fare l’amore, a studiare
magari, per carità… ma perché sono qui? Noooooo, non va bene, noooooo, la
retorica che il ragazzo italiano è fighetto e non vuole lavorare è una porcata,
è la rappresentazione dell’Inimmaginabile Reso Plausibile,
perché il ragazzo italiano HA RAGIONE! A vent’anni tu HAI IL DIRITTO DI
FORMARTI COME VORRESTI, hai diritto di farti un culo come una capanna sui
libri, che E’ GIA’ UN LAVORO DURISSIMO, e non ti devono ridurre a spomparti a
fare piadine o a servire birre nelle poche ore libere della tua vita. Non
devono ridurti a dover scegliere se vivrai una vita piena delle tue aspirazioni,
o se mangiare oggi, abbandonando gli studi e tutti i tuoi sogni. Non devono farti lavorare GRATIS per
produrre reddito e PIL di altri.
Non devono farti lavorare gratis quando tuo padre ha per tutta la vita prodotto
abbastanza PIL da nutrire te e altri 300 e ora sta morendo di lavoro in un
ospedale fatiscente. Ma stiamo S-C-H-E-R-Z-A-N-DO?
Ma chi?
Chiiiiii? Chiiiiiiii ha imposto questo orrore a milioni di giovani? I ragazzi
devono avere tutto, i giovani devono avere – PERCHE’ CI SONO CI SONO CI SONO CI SONO – i mezzi per sognare il
futuro che vogliono, per crearselo, e mentre lo fanno devono avere il tempo per
imparare a fare l’amore, a pregare, o a leggere Dostoevskij senza l’assillo
dell’affitto della camera o di una famiglia che non sa come sostenerti. E poi…
… quei ragazzi i cui genitori hanno avuto la fortuna di produrre abbastanza PIL da nutrire altri 300 in un Paese ricco come l’Italia, e che sono potuti arrivare a una laurea, devono avere il diritto S-A-C-R-O-S-A-N-T-O di rifiutare il part time verticale all’Ikea per 800 euro. Senza, SENZA! sentirsi dei viziati che “rifiutano il lavoro che c’è”. Ma che cazzo c’è? Fare le insalate per 9 ore? Scaricare TIR di pomodori con una laurea in chimica? Entrare nel ginepraio da incubo dei contratti di apprendistato-formazione-flessibili di Matteo Renzi? E oltre tutto essere ridotti a sentirsi dei ‘duri’ se lo fanno? Duri e non schiavi? Ehh? Duri come le schiene degli schiavi nella piantagioni texane, certo.
Ma cosa sta SUCCEDENDO? Ecco cosa.
LA DISTRUZIONE DI FUTURE GENERAZIONI DI CLASSI MEDIO-BASSE, scientemente voluta a tavolino dal progetto Neofeudale tecnocratico che vuole riportare centinaia di milioni di esseri umani dalla promessa felice degli anni ’60, alla “Singola Ideologia del Sacrificio” (A. Parguez, 2000), dove questi ragazzi già si abituano a 18, 22, e 25 anni a essere servi della gleba senza diritti E SENZA SOGNI in un mondo che ha invece mezzi per nutrire loro e altri miliardi di persone, ma che non lo vuole più fare perché è arrivata l’era del ritorno DEI SIGNORI FEUDALI TECNOCRATI. Con la benedizione della Chiesa, come sempre.
'Uccidiamoli' i Signori, non ci è rimasto altro da fare.
- Contatti