PAOLO BARNARD A DAVIDE SERRA+RENZI, MI
RICEVETE?
Dal
Sole 24 Ore del 14/02/2014
Serra: La cosa che salta agli occhi, ancora una volta in netto contrasto
con il ritratto che se ne fa sui giornali italiani, è che tra le più importanti
misure proposte da Serra per salvare l'Italia c'è l'aumento delle tasse sulle
rendite finanziarie, e non di poco, addirittura di dieci punti percentuali, dal
20 al 30 per cento. Una cosa di sinistra.
Barnard: Assolutamente no. Sarebbe proporzionalmente una forte tassazione delle
rendite finanziarie dei ‘poveri’, i milioni di micro risparmiatori da pochi
spiccioli, e che lascerebbe inalterata la grande ricchezza, che fra l’altro
facilmente si sposterà a Londra o a Lugano. Non ci vuole un genio a capire che il
30% di 20.000 euro picchia di più del 30% di chi di euro ne fa girare
milioni/miliardi.
S.: Il maggiore gettito per le casse dello Stato andrebbe a compensare,
secondo Serra, una riduzione del 10 per cento delle tasse sulle imprese, per
renderle competitive rispetto alle equivalenti europee, e delle imposte sui
lavoratori.
B.: E’ il solito paradigma alla Giannino, di gente cioè che non capisce
nulla di bilanci settoriali in economia (o che finge di non capire): togli 20
soldi dalle rendite dei risparmiatori, che sono il SETTORE NON-GOVERNATIVO DI
FAMIGLIE E AZIENDE, e li aggiungi a quelli del resto dello stesso SETTORE
NON-GOVERNATIVO. Bilancio finale 0, zero. Tassi 20 e detassi 20. Geniale.
S.: Dobbiamo trovare 50 miliardi di euro l'anno per dieci anni, come dice
il Fiscal compact che abbiamo firmato.
B.: Appunto, e non dici che questo è il problema numero uno? Chi ha votato
in Italia la Chemiotassazione del Fiscal Compact? Nessuno. Chi ha votato in
Italia il pareggio di bilancio imposto dal Fiscal? Nessuno. Pareggio di
bilancio, amico finanziere, significa 0 beni finanziari al netto dallo Stato al
settore SETTORE NON-GOVERNATIVO anno su anno, col risultato che qualsiasi
crescita finanziaria del SETTORE NON-GOVERNATIVO dovrà finanziarsi con l’indebitamento bancario e/o con l’erosione
dei risparmi. Catastrofico. Siete pazzi, o peggio.
S.: Del resto quando un'azienda è sovraindebitata, non devi far altro che
aggiustare la struttura del debito. Sono dolori, ma l'alternativa è saltare in
aria.
B.: Quando le aziende sono indebitate, la prima salvezza è un aumento di
deficit dello Stato che alzi la DOMANDA
nel SETTORE NON-GOVERNATIVO. La domanda, la domanda, sai cos’è Serra? Ne parlava
gente come Keynes o Kalecki, ti dicono nulla? No, perché l’economia REALE non
esiste nella tua testa.
S.: Il primo problema è il debito sbilanciato: troppo debito pubblico, poco privato e poco delle aziende.
B.: Serra! Torna a scuola. Il debito dello Stato è al centesimo l’attivo del SETTORE NON-GOVERNATIVO, cioè
del privato. Questa è una della più consolidate ‘identities in macroeconomics’
in assoluto. Invece il debito di privati e aziende sono passività finanziarie
che non si trasformeranno mai in beni finanziari al netto, neppure se resusciti
Mago Merlino, Serra. Nel SETTORE NON-GOVERNATIVO il risparmio di uno è sempre il
passivo di un altro. Fine.
S.: Questo blocca la crescita. Il settore pubblico è la metà del nostro
Pil, e non è il miglior operatore, anche a causa della corruzione congenita del
nostro sistema. Prendiamo i numeri: abbiamo 2.000 miliardi di debito e un prodotto
interno lordo di 1.600 miliardi, 850 dei quali sono spesa pubblica: pensioni,
sanità, spesa corrente e interessi sul debito.
B.: E allora? Sai che roba! Prima cosa l’Italia della corruzione era, prima
dell’euro, una potenza mondiale, e non un Maiale-PIIGS. Il Giappone ha 13,5
trilioni di dollari di debito su un PIL di 6 trilioni di dollari (quasi il
doppio del nostro debito). Ha un deficit di bilancio del 9,2 % (tre volte il
nostro deficit), ma viaggia a inflazione a 0,3%, disoccupazione al 4% (noi 12%,
ma 27% reali), e paga meno dell’1% di interessi sui titoli di Stato. Differenza
Serra? Comincia per E. Poi c’è una U, poi la R, poi una O, poi… zona. Ma questo
tu e RenzinoBlair non lo dite, eh?
S.: Lo spread va abbattuto perché non incide soltanto sui 80 miliardi di
interessi che paghiamo sul debito, ma anche sul costo del denaro che le banche
prestano ai privati e alle aziende.
B.: Serra bocciato all’esame di banking. Prima cosa l’Italia nel 1994 aveva
uno spread di 600(!!) ma Standard & Poor’s ci giudicava “una
delle economie leader d’Europa”. Lo spread è un bufala, amico. E
soprattutto se tu capissi qualcosa di banche e Banche Centrali sapresti che lo
spread col costo del denaro non c’entra una mazza. Quello che invece c’entra,
purtroppo, è non avere più una Banca Centrale nelle sue piene capacità, sempre
a causa di sta maledetta Eurozona, perché una BC ha il pieno potere sul costo
del denaro che viene prestato ad aziende e cittadini.
S.: C'è una sola soluzione: tagliare la spesa pubblica e riqualificarla
togliendo sprechi e allocando correttamente le risorse, anche per migliorare i
servizi. Questa la madre di tutte le battaglie, difficile da combattere perché
ci si scontra con interessi e lobby fortissimi.
B.: Per forza, si scontra con i nostri interessi di persone!, togliere il
potere di fuoco dello Stato di spendere a deficit per creare beni finanziari al
netto per il SETTORE NON-GOVERNATIVO, è come bloccare il corso del fiume Po e
poi sperare di trovare acqua dalla rugiada la mattina sulle foglie. Dio Santo!
Ma quanto siete monotoni tu e Renzi, come tutti quelli di destra finanziaria,
“tagliare tagliare tagliare”… tanto poi per voi una TAC urgente c’è domani,
mica a luglio da oggi… (per i lettori: ai vecchi bei tempi c’era la
ghigliottina per certe ingiustizie).
S.: C'è da recuperare denaro dall'evasione, una delle cause del debito
B.: Troppo lungo da spiegarti qui, Serra, ma l’evasione in uno Stato
sovrano nella moneta, non toglie un centesimo alla spesa pubblica,
semplicemente perché lo Stato prima spende, e solo dopo tassa, per cui le tasse
non finanziano lo Stato. Lo fanno,
ahimè, in sto abominio di Eurozona, perché non abbiamo una moneta nostra e la
dobbiamo prendere in prestito dai mercati di capitali, e dobbiamo poi
ridargliela con interessi. E allora eccoci con la Chemiotassazione al SETTORE
NON-GOVERNATIVO per restituire una moneta che non possiamo creare.
S.: Torniamo ai dati: abbiamo meno dipendenti pubblici dei nostri partner,
ma li paghiamo di più, non nella parte bassa, ma in quella alta. Gli altri
spendono il 13 per cento in meno rispetto a noi. L'impatto è devastante:
uccidiamo la competitività, diventiamo deboli nei settori innovativi,
ammazziamo le imprese e aumenta la corruzione.
B.: Spiegami cosa cavolo c’entrano gli stipendi pubblici, che se sono alti
delle due aiutano la domanda interna, con la competitività del made in Italy, i
settori innovativi, e ammazzare le imprese? Ehhhhhhhh????
S.: Ogni anno, a parità di conto economico, le aziende italiane perdono
rispetto ai concorrenti europei il 15 per cento dei profitti a causa dello
spread (assumendo che i ricavi siano gli stessi, ma non lo sono). Quindici per
cento l'anno. Dopo due o tre anni, quando magari le aziende devono rinnovare i
macchinari, non hanno i soldi e quindi sono costrette a chiudere o a vendere, e
magari a investire il ricavato nella finanza e non nell'industria.
B.: Su sta stupidaggine dello spread rileggi sopra. Dire che le aziende ne
soffrono, dello spread, è come dire che un affamato africano soffre la fame
perché mastica male (mica perché non c’è niente da mangiare, nooo). Dì
piuttosto che le aziende italiane soffrono del VERO spread, che è quello della
differenza fra i tassi che caricano le banche tedesche alle aziende tedesche e
i tassi assurdi che caricano le banche italiane sui nostri imprenditori, anche
se entrambi i sistemi bancari prendono soldi da Draghi all’1%. Dì che le
aziende tedesche hanno preso miliardi sottobanco dallo Stato (ti dice nulla
KFW?) mentre da noi gente come te predica i tagli di spesa pubblica. Serra, mi
stai facendo incazzare.
S.: Siamo primi nell'economia sommersa: l'ultimo dato è del 21,5 per cento.
Fino a qualche anno fa in Corea del Sud era al 20 per cento, ma il Fondo
monetario ha imposto l'uso delle carte e in poco tempo l'evasione si è ridotta
al 5 per cento. Da noi abolirei il contante e per i controlli farei incrociare
le dichiarazioni dei redditi e il flusso di cassa a un operatore non italiano,
a Google o al software usato dallo Stato francese. Altra cosa: i lavoratori
autonomi sono il 32 per cento, ma valgono soltanto l'8 per cento delle entrate
fiscali: 13 miliardi sui 165 del gettito da lavoro. I non dipendenti dovrebbero
pagare una cinquantina di miliardi in più, una cifra intorno al 3 per cento del
Pil. Senza questa evasione ventennale avremmo un rapporto debito-Pil del 60 per
cento invece che del 130. E a noi basta arrivare al 100. L'obiettivo dei
prossimi dieci anni è ridurre di 600 miliardi il debito pubblico. È la missione
della nostra generazione.
B.: Primo, il sommerso in Italia è in gran parte un tentativo istintivo del
SETTORE NON-GOVERNATIVO di pareggiare la catastrofica perdita di PIL dovuta,
Serra!, alla DISOCCUPAZIONE. La
disoccupazione ci costa 360
miliardi minimo (+ probabile 800)
di PIL perso. Il sommerso è a 333 miliardi. Ma tu le parole “piena occupazione”
manco sai cosa sono. Poi, ripeto, è solo a causa dell’Eurozona se oggi le tasse
in Italia finanziano la spesa pubblica (leggi sopra), e questo impedisce al
governo di ABBASSARE LE TASSE, tipo, abolire l’IVA?..., per aiutare l’economia
al collasso, altro che combattere il sommerso. E infine, ripeto Serra, ridurre
il debito pubblico significa ridurre l’attivo del SETTORE NON-GOVERNATIVO
(leggi sopra), cioè TAS-SAR-LO! Il debito pubblico è una passività del SETTORE
NON-GOVERNATIVO italiano OGGI solo perché siamo in Eurozona, con
una moneta che non è nostra e dobbiamo restituire ai mercati.
S.: Va dunque tagliata la spesa del 20 per cento… Tagliando i costi della politica… Le pensioni, poi…
B.: Ok, dai, basta. Solita pappa Blairiana, Thatcheriana, Neoclassica, ecc.
ecc.
Ma non fate prima, tu e il tuo amico Renzi, a dirlo chiaro? Di economia reale non capite niente, siete di destra finanziaria, ma la cosa grave è chi vi dà gli ordini. Bruxelles. Ciao trader. PB
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