@ECUADORIAN EMBASSY? ASSANGE?
L’intellettuale che rispetto più al mondo, Noam Chomsky, da
70 anni ripete alla società civile una sola cosa: “Organize”, cioè agite nella vita reale per l’interesse comune. Lo
conosco bene, siamo sempre in contatto, e da quando avevo 28 anni io non ho
fatto altro: Organize.
Oggi ho sessant’anni, sono parecchio stanco, ma non smetto,
ed eccomi sotto l’Ambasciata dell’Equador a manifestare contro la neo-rivelata
incriminazione di Julian Assange da parte degli USA. Non c’è un cane, ed è più
o meno così da anni ormai, salvo sparute apparizioni di gruppetti per poche
ore. Avevo allertato giornalisti e attivisti inglesi per mesi, ma nessun
collega, neppure principiante idealista o blogghettaro, si fa vivo. Ma sui
Social internazionali (non quelli italiani) la mia iniziativa ha registrato
decine di migliaia di approvazioni, sembrava aver scatenato una valanga, dalla
GB al Canada, USA, Spagna, dalla Polonia persino, o Paesi scandinavi. Sui
Social sembra che milioni di attivisti stiano freneticamente AGENDO per Assange. Ma dov’è tutta sta gente? Perché sotto sto terrazzino miserrimo da mesi
e mesi non succede più niente di massiccio e costante?
I Social, quelli che: col click cambiamo tutto e spacchiamo
il culo…
La madre di Assange mi ha scritto, e mi conferma che le condizioni di questo eroe civico sono ormai disperate per lo stato d’isolamento da 6 anni. Le ho risposto che c’è motivo di denunciare il governo inglese per crimine di tortura, secondo la Convenzione dell’ONU Contro la Tortura del 1983 ratificata in legge nazionale da Londra nel 1987. La convenzione specifica che si definisce tortura “grave sofferenza inflitta, fisicamente o mentalmente, a una persona”, che è ciò che la Gran Bretagna sta facendo a Julian Assange. Assange sa che se lascia l’Ambasciata sarà estradato dagli inglesi negli Stati Uniti dove non esiste rispetto di alcuna legge sul pianeta quando si parla di “Interesse Nazionale”, nel nome del quale i Presidenti ordinano quotidianamente la tortura dei sospetti, gli omicidi extra giudiziali, i sequestri di persona e la detenzione incomunicado senza limiti. E Washington accusa Assange proprio nel nome dell'Interesse Nazionale.
Vogliono macellare Assange, ma non perché abbia rivelato
nomi o messo in crisi i servizi segreti o influenzato le elezioni. Balle. Il
vero motivo per cui Assange va macellato lo spiegò nel 1983 il più influente
pensatore politico dell’America moderna, Samuel P. Huntington, quando scrisse:
“Il Potere rimane
forte quando rimane nell’oscurità. Se lo si mostra alla luce (conoscenza dei
cittadini) esso inizia a evaporare”.
Stanno macellando chi vi tutela, chi davvero fa informazione
contro i Poteri, nell’indifferenza di tutti, degli italiani sopra a tutti, coi
nostri eroi pentastellati che mettono un lecchino leghista a garanzia della ‘libera
informazione’ (sic) invece di offrire cittadinanza e rifugio a un eroe mondiale dell’informazione che tutela tutti.
Qui fa un freddo cane, sotto quel terrazzino.
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