IL GIOCO DEI 3
BUSSOLOTTI DEL MINISTRO TRIA (E GOVERNO) SPIEGATO A FAMIGLIE E AZIENDE.
Quando un governo, come il nostro, non è sovrano* è impossibile che possa creare vera crescita, lavoro e diritti, e
l’unica cosa che può fare è abbindolare
gli elettori con trucchi da prestigiatore. Abbindolare, nel caso specifico della
prossima Legge di Bilancio anticipata dal Ministro delle Finanze Giovanni Tria,
significa allungare di 7 cm la catena che ci tiene nella galera di Bruxelles e
proclamare “Vedete? siamo liberi!”; significa
incantare l’elettorato spostando due soldi da qui a lì (quindi nessuna
ricchezza aggiunta), per poi proclamare “Vi
diamo denaro!”; significa tagliare 1/3 di soldo qua, e proclamare “Meno tasse!”, ma poi aggiungerlo in
tasse da un’altra parte. Tutto questo significa…
l’economia del gioco
dei 3 bussolotti, cioè l’abbindolare per definizione.
* Un governo sovrano, invece,
aggiunge ricchezza al netto presso cittadini e aziende con: la sua indiscussa
discrezionalità nell’aumentare la spesa a deficit (cioè vi do più soldi di
quanto vi tasso); la sua totale discrezionalità di abbassare le tasse o
addirittura abolirle senza alcuna ricaduta sulla propria capacità di spendere;
la sua totale discrezionalità di emettere debito con l’assoluta garanzia di
onorarlo presso i Mercati sempre e senza timore dei medesimi. Tutto questo
accade di regola negli USA, in GB, in Giappone, perché essi posseggono monete
sovrane che emettono liberamente. L’Italia non può più emettere liberamente la
moneta, perché usa una moneta straniera chiamata euro che è emessa da una
potenza straniera fuori dai nostri confini, la BCE. Quindi l’Italia è oggi dal
punto di vista monetario come la Tanzania, che di fatto funziona usando la
moneta di un'altra potenza fuori dai suoi confini, cioè il dollaro USA.
Eccovi il gioco dei 3
bussolotti del Ministro Tria nella sue astruse parole (in grassetto) spiegate
da me sotto ogni sua citazione perché tutti possano capire.
Flat tax e reddito di cittadinanza partiranno già
nel 2019, perché per rassicurare
investitori e famiglie non bisogna rinviare le riforme strutturali, ma dare certezze sulle
prospettive, e dimostrare che il Paese è in grado di crescere.
Flat Tax e reddito di cittadinanza – per essere vera ricchezza al netto per aziende e cittadini – comportano per lo
Stato nuove spese con aumento quindi del
deficit e del debito – cioè lo Stato
ci dà quei soldi ma poi non ce li toglie dopo in tasse. Ma Tria dice che non si
devono rinviare le “riforme strutturali”,
che però significano applicare le imposizioni di Bruxelles di tagliare drasticamente
proprio sia il deficit che il debito. E allora che vera ricchezza al netto mai
saranno flat tax e reddito di cittadinanza? Le “riforme strutturali” nell’interpretazione di Bruxelles significano
aritmeticamente non crescita, come
dimostrato in 10 anni consecutivi dal miserabile stato di tutta l’Unione
Europea rispetto alle crescite nel resto del mondo. E allora il nostro Ministro
predica le “riforme strutturali” e ci
vuol far credere che, lo stesso, potremo crescere*. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI =
ABBINDOLARE.
* Se poi Tria intendeva crescere di % visibili solo al
microscopio elettronico, ok. Ma siamo seri: si parla di crescita quando la
cifra si vede a occhio nudo, come in USA oggi.
Sono stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l’avvio
delle misure principali del contratto di
governo è compatibile con i vincoli di finanza pubblica,
non viceversa. Ma di “avvio” si parla,
appunto. Una gradualità che punta ad evitare scossoni sui Mercati.
Di nuovo: il contratto di governo è, nella sua parte di promesse
di crescita per cittadini e aziende, tutto
incentrato su un aumento della spesa pubblica a deficit, e questo non è compatibile con i vincoli di
finanza pubblica (fra cui le “riforme
strutturali” di cui al punto precedente) che Bruxelles c’impone. Ma Tria è
scaltro e parla solo dell’ “avvio delle
misure principali” come compatibile con le regole UE, e questo significa
una cosa: il 5% del Contratto lo è, il
95% no, e lui lo sa bene. Ma non ve lo dice mica. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI
= ABBINDOLARE.
Smentisco che ora ci sia una ‘fuga’ dai
titoli italiani: ci sono piuttosto operazioni su futures e cds e
ad agosto, quando i mercati sono più sottili, bastano anche piccoli movimenti per dare fluttuazioni di
prezzo. Quanto allo spread, è influenzato
da vari fattori: il rallentamento dell’economia
e una maggiore incertezza sul futuro che spinge gli investitori su titoli più
sicuri.
Quelle che Tria chiama “operazioni
su futures e cds” sono equivalenti, se non peggio, in pericolosità
per il nostro Tesoro di una ‘fuga’ dai titoli italiani, soprattutto di fronte
alle Agenzie di Rating, che sono poi quelle che ci possono far precipitare con
voti negativi alla nostra economia. Il Ministro poi ammette che ci sono
problemi di spread perché l’Italia soffre di un “rallentamento dell’economia e una maggiore
incertezza sul futuro che spinge gli investitori su titoli più sicuri”,
cioè precisamente i due motivi strutturali
principali per cui i Mercati ‘fuggono’ dai nostri titoli ormai da mesi. Quindi
prima mistifica e poi anche si contraddice quando minimizza la ‘fuga’ dai
titoli italiani. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.
L’antipasto di flat tax dovrebbe prendere la forma di un aumento
delle soglie per il regime forfettario.
Allo studio c’è il raddoppio dell’attuale tetto
massimo di 50mila euro d’introiti sotto il quale partite Iva, professionisti e
artigiani possono già oggi accedere a una tassa piatta, nella forma di
un’imposta sostitutiva del 15 per cento.
Il costo della misura sarebbe di 1,7 miliardi di euro.
E le coperture devono arrivare
da un riordino profondo delle tax expenditures, che finora non è stato fatto perché è realizzabile
solo se accompagnato da una riduzione
delle aliquote generali. Oltre alle agevolazioni e alle
esenzioni fiscali, in discussione c’è anche il bonus
Renzi da 80 euro che va rivisto con
la garanzia che nessuno perda nel passaggio dal vecchio al nuovo.
Srotoliamo
sta matassa. Il primo assaggio dei promessi tagli alle tasse avverrà, di fatto,
ampliando il numero d’imprese italiane (specie quelle piccole) che potranno
beneficiare di una tassazione fissa (flat tax appunto) al 15%. Nelle casse
dello Stato, dice il Ministro, entreranno 1,7 miliardi in meno. Buona notizia
no? Una quota d’italiani risparmierà 1,7 miliardi. Purtroppo però lo Stato
andrà poi a ripescare quei soldi dalle tasche di un’altra quota d’italiani, coloro
che beneficiavano di tagli alle tasse attraverso quella che il Ministro chiama
la “tax expenditure”, che tradotta è
la somma delle detrazioni ed esenzioni fiscali (o bonus alla Renzi) concesse a
vari cittadini o aziende. Quei benefici saranno ridotti per permettere al
governo di pagare l’inizio di flat tax. Ma poi Tria, che trucca i tavoli ma non
è del tuto scemo, ci rassicura che la mannaia sulla “tax expenditure” arriverà solo quando un po’ tutti pagheremo un
pelo in meno di aliquote. Quindi ecco il giochetto finale: gran sconto di flat
tax per 5 soldi ai Signori Marco e Claudia, con però 5 soldi che scompaiono
dalle tasche dei Signori Giulio e Franca in termini di detrazioni/esenzioni
sparite, ma solo quando tutto il condominio dovrà sborsare un po’ meno tasse. Ma
che ginepraio è? E soprattutto chi ci garantisce che alla fine al netto il Ministro non ci tassi di più degli sconti
che ci offre? IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI =
ABBINDOLARE.
Poi alla voce misure che producono entrate
c’è anche la pace fiscale. Le ultime stime si attestano intorno ai
3,5 miliardi di entrate che servirebbero a coprire, l’anno prossimo, il costo dei primi passi della flat tax e anche
la nuova tipologia di centri per l’impiego.
Di
nuovo, il teorema di Tria è sempre il medesimo: poiché siamo uno Stato non
sovrano e non abbiamo nessuna libertà di arricchire i cittadini senza prima andargli a pescare in tasca
con tasse in una forma o l’altra, allora prima di dare ricchezza agli italiani
dobbiamo andarla a pescare da altri italiani con tasse da condono. In atre
parole: qualsiasi italiano che riceverà 2 denari di benefici, ne godrà a spese
di un altro italiano che ha dovuto sborsare 2 soldi di tasse attraverso un
condono (pace fiscale). Qui il punto non è se sia giusto o meno perseguire gli
evasori: il punto è il solito trucco
contabile di Tria dove nulla si è aggiunto come dono al netto ad aziende e cittadini italiani nel loro complesso (cioè
senza che qualcosa sia stato tolto da qualche altra parte), perché come
sappiamo l’assioma sovrano recita che solo
la spesa di Stato che non viene da tasse aggiunge ricchezza netta, cioè vera,
al Paese. Il Ministro insiste quindi nel GIOCO
DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.
Tornando alle coperture,
l’altro grande capitolo è la spesa
corrente. Il congelamento è complicato ma occorre andare in quella direzione.
I tagli servono, ma non saranno su sanità,
scuola e ricerca. Il percorso di riduzione
del debito non è
messo assolutamente in discussione. Per superare la sfiducia dei mercati finanziari bisogna dimostrare di
avere un’economia che cresce.
Ancora clamorose conferme dei giochi di prestigio che Tria fa
con le parole. Ammette che nel futuro ci sarà addirittura un “congelamento” dalla spesa di Stato, cioè ancora tagli (non su Sanità,
Scuola e Ricerca… vorrei vedere, sarebbe come tagliare la protesi a un
amputato, nda). E questo perché va ridotto il debito, che per definizione è
spesa di Stato. Peccato che il debito dello Stato sono soldi che matematicamente si traducono in crediti netti di
cittadini e aziende, ad es.: lo Stato paga stipendi pubblici proprio
emettendo debito, ma quegli stipendi
sono i crediti dei cittadini
stipendiati; oppure: lo Stato taglia tasse alle aziende e così aumenta il debito, ma quelle tasse in meno sono crediti per quelle aziende. Quindi il
proposito di “congelamento” dalla
spesa di Stato significa in automatico congelare
l’emissione di ricchezza per cittadini e aziende italiani, che oggi
ristagnano senza crescita. Ma Tria afferma che è proprio questo velenoso
progetto che creerà crescita, per ottenere poi la fiducia dei Mercati. Una
contraddizione aritmetica da terza media.
IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.
Per quanto riguarda il
confronto con Bruxelles, sono fiducioso
sulla possibilità di evitare una correzione che
frenerebbe troppo la crescita.
Per chi ha letto i Trattati europei vincolanti, Bruxelles, anche
senza le sue minacciose “correzioni”,
impone per definizione regole che sono ‘chemioterapie’ di qualsiasi crescita
significativa. E’ il New York Times a ricordarci che dal 2015 le già modeste
crescite dell’Eurozona sono da attribuire in buona parte alle disperate
iniezioni di liquidità della BCE (il famoso QE di Draghi) e non a ricchezza
veramente prodotta dai nostri Stati. Draghi ci ha addirittura ‘truccato i
conti’ per circa un terzo di ogni
crescita dell’Eurozona per tre anni! Se era solo per le regole di Bruxelles
oggi saremmo un continente alla disperazione economica. Il Ministro dà la falsa impressione che sia ok stare sotto le regole
dell’Eurozona, a patto che non ci siano imposte “correzioni”. Ci truffa. IL
GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.
Conclusione:
La politica dei 3 bussolotti già ampiamente annunciata da Giovanni
Tria porterà all’elettorato giallo-verde solo delle ombre, delle imitazioni, degli
ritagli di quanto il Contratto di governo prometteva, ma spacciati per grandi
progressi grazie alle sue furbe mossette per abbindolare. Questa è una
certezza. Ma posso contemplare che per tutti gli elettori di quello che io
chiamo #ilgovernodelmegliodiniente
vada anche bene, perché ok, come dicono i ferraresi “piuttost che nient, l’è mei piuttost”. Ma una cosa sia chiara:
VERO LAVORO, VERA CRESCITA E
VERI DIRITTI SONO SOLO A MONETA SOVRANA, il resto è sofferenza o una penosa litania di “piuttost che nient, l’è mei piuttost”.
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