GERUSALEMME CAPITALE
D’ISRAELE? GUARDATE DALLA PARTE SBAGLIATA.
Dopo 69 anni di negoziati di pace gettati alla fogna nel
conflitto israelo-palestinese, per il mondo intero le speranze di vedere la
fine di quella tragedia – fra l’altro uno dei carburanti principali del terrorismo
(reazione) islamico contro l’Occidente – sono ormai nulle. Poi oggi Trump ha
riconosciuto Gerusalemme come futura capitale d’Israele, e tutti a strapparsi i
capelli. Brutta notizia per la pace, no?
No.
L’ho già scritto, ma lo ripeto oggi. Se si vuole capire dove
sono le speranze per la pace, non dobbiamo guardare a est nel Mediterraneo, né
alla Casa Bianca. Puntiamo tutti gli occhi su due fattori:
1) LA COMUNITA’ EBRAICA D’AMERICA E I LORO COMMENTATORI DI
PUNTA.
2) LE RINNOVABILI.
Mi sbarazzo del secondo punto in due righe, perché voglio
concentrarmi sul primo. Israele non era nulla per gli USA fino all’arrivo alla
Casa Bianca di Dwight Eisenhower. La politica USA neppure celebrava
l’Olocausto. Col crescere della dipendenza di Washington sul petrolio del
Golfo, e poi con la grande crisi del 1973, l’America decise che Israele doveva
diventare la più grande base militare americana del mondo a guardia dell’oro
nero. E lì, il destino dei Palestinesi fu segnato. Oggi però il mondo sta
marciando alla velocità di una supernova verso l’energie Rinnovabili in AI, e
il petrolio è destinato al cestino della Storia, e con esso molta
dell’importanza d’Israele per gli USA. Traetene le conclusioni da soli, visto
che Tel Aviv senza armi e dollari USA combatterebbe con i moschetti napoleonici
e farebbe il PIL a pompelmi Jaffa (enfatizzo ma più o meno…). Stop.
La domanda quindi centrale è: cosa mai potrà in America
portare il consenso politico a costringere Israele ad accettare una pace
decente coi Palestinesi e coi Paesi Arabi? La risposta sta nello spiare gli
opinionisti di, ad esempio, il New Yorker o il New Republic, che sono i fogli
di punta dell’opinione leader degli ebrei d’America. Solo 10 anni fa, entrambi
erano integralisti fanatici pro-Israele, neppure una colite di Shimon Peres era
criticabile, tutti muti! Poi…
Poi semplicemente Israele con la sua brutalità “neonazista” (citaz. Aharon Zisling,
ministro di Ben Gurion) contro i civili del Libano o contro quelli di Gaza, li
ha sempre più disgustati. Le Operazioni Militari israeliane Grapes of Wrath e
Cast Lead sono state mostrate in Tv, e questa volta due uomini come Peter
Beinart ex direttore del The New Republic e David Remnick ex direttore del The
New Yorker, ebrei, hanno detto basta. Hanno vomitato anche loro. E con loro, e
i loro editoriali, ha iniziato a vomitare anche l’ebraismo americano. Attenti,
non accadeva dal primo minuto della nascita d’Israele nel 1948 che gli ebrei
americani voltassero le spalle a quello che l’immenso dissidente ebreo Norman
G. Finkelstein chiama “Lo Stato Psicotico”.
Ecco oggi cosa hanno pubblicato il New Republic e il New
Yorker mentre la Casa Bianca approvava Gerusalemme capitale d’Israele, e
ricordate che questi furono da sempre feroci partigiani americani a priori
sempre pro Tel Aviv.
New Republic: editoriale di Alex Shepard “L’America storicamente ha assunto la
posizione secondo cui la divisione di Gerusalemme come capitale dei due Stati è
parte integrante ed essenziale della pace”… “L’eventuale riconoscimento di Gerusalemme come capitale indivisibile
sarebbe come gettare veleno nell’acquedotto prima che vi bevano sia gli
israeliani che i palestinesi”… “La
posizione odierna della Casa Bianca e dei Sauditi sulla questione, distrugge le
promesse di pace del Presidente”… “Si
tratta di una decisione che era ovvio avrebbe portato sugli USA le critiche di
tutto il mondo”.
Il New Yorker affida a un’altissima personalità ebraica un
raffinato ma tagliente editoriale. Parla Bernard Avishai, professore
alla Dartmouth and Hebrew University, e autore di La Tragedia del Sionismo,
oltre che Senior associato al Guggenheim “In Israele la destra di Netanyahu
ha controllato la realtà del Pese così a lungo che fra poco sarà inutile
persino tentare di ricordare un passato che loro non hanno mai contribuito a
costruire”… “La realtà che Gerusalemme Est sia, dalla guerra del 1967,
territorio occupato da Israele secondo la legalità internazionale è ovvia a
chiunque al mondo, meno che a Israele”… “Un sondaggio del Israel
Democracy Institute ci dice che il 61% degli israeliani stessi hanno accettato
Gerusalemme come città divisa”… (nda IL PASSAGGIO CHE SEGUE E’ DI CRUCIALE IMPORTANZA
STORICA)… “Gerusalemme non fu mai un luogo di adorazione atavica per
l’ebraismo. Il massimo moralista della Storia ebraica moderna, Ahad Ha’am
(1891), lasciò scritto il suo shock nel vedere quegli strani uomini ebrei fare
mosse inconsulte al Muro del Pianto… Ha’am scrisse che le pietre di quel muro
rappresentavano la distruzione della nostra terra, e quegli uomini rappresentavano
la distruzione della nostra razza”.
Non so se voi
lettori italiani potete capire che micidiale portata hanno parole così scritte da
quelli che in America erano le lobby-megafoni telecomandati di Tel Aviv da
sempre. Esse rappresentano non solo l’inizio della fine dell’Israele
irragionevole, fanatico, “neonazista”
nell’oppressione, ma anche le prime pietre della pace futura laggiù.
Infatti pochi
hanno notato che lo stesso Trump nella sua dichiarazione si è guardato bene dal
sancire Gerusalemme come capitale INDIVISIBILE d’Israele. Ha infatti detto alla
lettera “Non prendo posizione sugli
accordi finali, inclusi i confini finali della sovranità d’Israele a
Gerusalemme… E’ una questione che devono risolvere israeliani e palestinesi”.
Hey, chi gli ha scritto quelle parole nel testo? Esattamente ciò che ho scritto
finora. Sa che l’ebraismo americano ora non tollera più gli eccessi dello Stato
ebraico.
Infatti un
sondaggio nientemeno che del American
Jewish Committee ha mostrato ieri che quasi la metà degli ebrei americani
neppure arriva ad approvare lo spostamento dell’Ambasciata USA da Tel Aviv a
Gerusalemme. E Trump sa che il 64% dei potentissimi ebrei americani aveva
votato per la Clinton, mentre lui si era beccato un misero 18%.
Conclusione: calma tutti, gli strilli lasciamoli ai fessi austeri delle Tv. Là dove veramente si fanno i giochi (inclusa l’ebrea Goldman Sachs o nella Coca Cola Company), la corrente è cambiata, e caro psicotico e assolutamente anti-ebraico Sig. Netanyahu, tu e i tuoi sionisti fanatici avete gli anni contati.
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