I MOSTRI TECH?
RITIRIAMOCI NELL’ORTO (NON QUELLO DELLA BAE SYSTEMS).
Molti lettori me l’hanno scritto: “Barnard, lei vede lungo,
già sentiamo TECH-G. che ci alita sul collo al lavoro… Barnard, sono tornato
dalla Cina, cazzo è tutto vero quello che dice lei… c’è!”, e poi concludono
mesti “Forse l’unica salvezza è farci un orto, sopravvivremo da umani solo così”.
Concordo, forse è l’unica via rimasta. A patto che l’orto in
cui vi ritirate non sia quello della BAE Systems, colosso inglese di armi e
prodotti aerospaziali. Perché, e non è assolutamente una battuta, BAE nel suo
orto oggi coltiva Drone militari per guerriglia di precisione.
Come avete detto? Un errore di battitura? No, affatto. BAE
Systems ha una TECH che gli permettere di crescere componenti di questi
micidiali affari come si crescono i batteri nel brodo, o gli zucchini in terra.
Precisamente quello che ho detto.
Questo mostro industriale di guerra aveva lanciato già nel 2016, in
collaborazione con l’Università di Glasgow, una tecnica di costruzione basata
sulla sintesi chimica chiamata Chemputer. E’ una stampante in 3D a livello
molecolare che può generare e mettere assieme molecole ecosostenibili in
‘orti’, cioè terreni di cultura artificiali. Queste molecole vengono poi
strutturate nella forma di un Drone con ogni accessorio elettronico necessario.
Preciso che tutto questo esiste eccome, anche se la BAE è nella fase
sperimentale e per ora si limita a ‘crescere’ nel suo ‘orto’ molecole che fanno
componenti di attrezzi di guerra già in uso.
La cosa da considerare, per quelli che… la TECH-G. è una
fantasia, è il tempo che è intercorso dalle prime stampanti in 3D e i Chemputer:
1990-2016. Sono ventisei anni, non trecentoventisei, e con le tecnologie
primitive di allora, si badi bene!
Oggi, come vi ho già illustrato, le Artificial Intelligence
hanno partorito materiali incredibili come il Graphene e altri, hanno ridotto i
transistor alle dimensioni di una molecola o inserito files di computer nel DNA. E quindi la fabbrica di morte inglese ci si è buttata a capofitto con investimenti in A.I. da far rabbrividire, per arrivare, davvero fra pochi mesi o anni, a crescere macchine da guerra
come si cresce il prezzemolo, eccetto che invece del terriccio usano terreni
di cultura artificiali.
Ma la cosa peggiora ancor più, quando siamo informati del fatto che le stampanti in 3D Chemputers sono l’ideale anche per produrre farmaci di futura generazione, quelli delle vere speranze di vita… Devo andare oltre a spiegare il solito problema? Ok, leggete.
“Il gruppo BAE è ancora in ottima posizione per generare profitto per i suoi investitori, avendo registrato nei primi sei mesi del 2017 un fatturato di 9,6 miliardi di dollari”, si legge nell’ultima nota per gli investitori del gigante inglese.
Bè, naturalmente poi
queste fantastiche TECH saranno donate dalla BAE Systems e dagli speculatori internazionali alla Croce Rossa, che le girerà ai nostri
governi, che le girerà a noi cittadini per i nostri orti in collina. Siamo fiduciosi.
Non fate figli.
MA I RIMEDI CI SAREBBERO:
http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1874
MA PURTROPPO IN ITALIA:
http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1922
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