1) FORSE LA VERITA’ SUI VACCINI E’: THINK.
L’Istat pochi mesi fa ci ha detto che in Italia circa 68.000
persone sono morte nel 2016 per errori medici e disastri da strutture carenti.
Quasi come i morti di tutta la guerra in Bosnia. Ci sono state manifestazioni a
Pesaro con Paragone e il filosofo?
Io ho scritto due articoli sul caotico e francamente pietoso
dibattito italiano sui vaccini, ed entrambi finivano con queste esatte parole:
“IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RI-A-PER-TO”.
Mi riferivo ovviamente al dibattito sociale di cittadini e legislatori, perché nella comunità scientifica esso non è mai cessato.
In quei due pezzi davo conto di uno studio americano di buona autorevolezza che considerava la questione vaccini dalla visuale del macro sistema, cioè usando i dati raccolti globalmente. E quello studio non era affatto rassicurante, poiché gli autori si domandavano in pratica questo: Perché nei Paesi dove le inoculazioni obbligatorie per bambino sono le più numerose, si registrano numeri di mortalità infantile superiori ai Paesi che vaccinano di meno (a parità di status economico e igienico-sanitario)? E concludevano: Chiediamo una verifica urgente di queste evidenze. Di nuovo:
“IL DIBATTITO SUI VACCINI VA RI-A-PER-TO”.
Ma da noi il dibattito sociale e politico sui vaccini è rimasto impantanato fra curve Ultras di fessi ‘ital-ebani’ del TalebanNo o del TalebanSì. Con uno sconticino alla curva del No, poiché loro non hanno mai proposto un disegno di legge che obblighi i genitori a non vaccinare i propri figli pena la galera, mentre la curva avversaria sì (poi modificato).
Oggi mi è passata sotto il naso un’altra opportunità di ribadire quell’assioma fondamentale per l’umanità che si chiama Libero Dibattito & Libera Ricerca, in questo caso di nuovo sui vaccini. Ha un nome quell’opportunità: Dott. Thomas Jefferson. Carica: Cochrane Collaboration Senior Author, Università di Oxford, Center for Evidence Based Medicine. Un esperto di vaccini, italiano a metà.*
Naturalmente Jefferson è medico, ma il suo lavoro assieme ai colleghi di Oxford è anche quello di, semplifico, riesaminare ciò che hanno scritto altri scienziati su una data materia, ed esprimere un giudizio. No, meglio dire un parere, perché nella scienza è impossibile sostenere che una cosa nera è davvero nera, o che una cosa bianca è davvero bianca. La scienza infatti è solo questo: dibattito continuo e mai certezze su nulla (o quasi), ed è proprio Jefferson a dirmi “Il motore principale della scienza è l’incertezza”. Si tenga a mente cosa hanno fatto i fisici quantistici: hanno preso certezze scientifiche cementate dai tempi di Newton, e le hanno fatte esplodere, dimostrando le loro ragioni e molto di più (come i miei lettori sanno).
Il Dott. Thomas Jefferson è un ricercatore ad altissimo livello, e dopo averlo intervistato l’ho promosso a fonte utile da ascoltare sui vaccini. Sì, l’ho promosso. Io sono una ‘carogna’ di giornalista da più di 35 anni, ho fatto a pezzi fior di grandi personaggi nella vita, incluso una volta Henry Kissinger (e poi quell’Umberto Veronesi et al.), e quando odoro superbia, partigianeria, o pochezza anche in un grande nome, lo cestino. Non Jefferson.
Il voto gliel’ho dato con maggior convinzione alla fine
dell’intervista, quando mi ha raccontato che anni fa un altissimo funzionario
di un importante governo europeo lo ha chiamato e minacciato personalmente senza
mezze misure. Questo pezzo grosso pretendeva da Jefferson l’assoluzione totale,
in stile Talebano televisivo, della vaccinazione contro Morbillo, Pertosse e Rosolia (MPR), “Lei ci deve dire che non esiste neppure l’ombra della preoccupazione!
Che l’MPR è eccezionale!” ragliava furibondo il potente di turno. Jefferson
ha fatto… click, tanti saluti signor politico importante, da me non avrà giudizi
alla Mullah Omar. Poi lo stesso Jefferson però con me chiosa: “Guardi che dall’altra parte ci sono poi
quelli che pretenderebbero che dicessi che i vaccini fanno stragi di malattie sconvolgenti
o demenze o autismo… No, io ho il dovere di essere imparziale”.
Good start, mi sono detto, questo non è un ricercatore della classe dei Baciapile. Thomas Jefferson
pubblica ogni anno una dichiarazione di conflitto d’interessi che lo vede
‘pulito’ da ombre di business (sempre che valgano davvero), e parteciperà
proprio a Roma a una conferenza internazionale a numero ristrettissimo, 22
esperti, per dibattere quelli che lui stesso definisce “enormi problemi” nell’intreccio fra Big Pharma e ricerca
scientifica. Posso anticipare che questo scienziato, se c’è da colpire,
colpisce a 360 gradi.
Vi offro il suo punto di vista, ma ora, madri e padri, vi
avviso: a differenza del mio precedente intervento, questo è molto, molto più duro
da digerire, e per un motivo preciso. Il Dott. Thomas Jefferson, oltre ovviamente
a condividere appieno il sopraccitato finale dei miei primi due articoli sui
vaccini, è portatore di questa posizione:
Madri, padri, informatevi
e poi… PENSATE.
E questi sono cavoli amari, poiché purtroppo la grande
maggioranza della popolazione è inoculata fin dai primi anni di vita dal vaccino più micidiale in assoluto: quello che immunizza dal pensare con la
propria testa. Pensare è angosciante, scomodo, non fa dormire. E quindi
capisco che le righe che seguono saranno per tanti assai ostiche.
Sono quindi al telefono col Dottor. Thomas Jefferson, e la
metto così: si deve immaginare che sta parlando alla Signora Luisa, segretaria
dell’assicurazione sotto casa, incinta di 9 mesi.
La sua prima battuta da semi-italiano è ahimè questa: “Se vuole delle risposte secche Sì o No sui
vaccini, Signora Luisa, si rivolga a Uno Mattina, non ai ricercatori”.
Lo attacco su un classico cavallo di battaglia dei NoVax,
gli adiuvanti ai sali d’alluminio nei vaccini. Jefferson (con colleghi)
pubblicò nel 2004 un articolo sul prestigioso The Lancet dove, nonostante
ammettesse che i lavori scientifici sui sali d’alluminio erano vecchi e molto
carenti, egli non vi ravvisava pericoli particolari e neppure chiedeva nuove
indagini scientifiche. “No, lei ha
sbagliato tutto”, Jefferson mi blocca. “Prima
cosa quell’articolo non era una revisione Cochrane. Poi: noi sull’alluminio non
abbiamo rassicurato affatto. Abbiamo detto che non abbiamo trovato nessuna
prova allo stato di quei fatti. Si trattò di una revisione di test clinici che
erano vecchi, condotti con i mezzi degli anni ’60 e ’70, e che comparavano l’uso
di vaccini con o senza sali d’alluminio nell’arco delle decadi dagli anni ’20
agli anni ‘90. Non si vedevano differenze, cioè non si erano evidenziati grossi
pericoli, ma ripeto, erano studi vecchi. Noi dovevamo essere imparziali”.
Qui emerge subito come orbita il cervello del ricercatore
puro, rispetto a quello del cittadino medio. Lui dice “noi sull’alluminio non abbiamo
rassicurato affatto”, e la scienza gli impone di aggiungere che “limitatamente
a quegli studi però, non si erano evidenziati grossi
pericoli”. LIMITATAMENTE A QUEGLI STUDI. Infatti poi il Dott. Jefferson
sgancia la mina della dialettica scientifica più dura da digerire per mamme e
papà:
“Stia attento a ciò
che le dico. Io le sto dicendo che l’assenza
di prove contro, non è la prova dell’assenza di pericoli. Questo vale lungo
tutto il dibattito sui vaccini, e in tutta la Medicina”.
Ok, prendetevi 15 minuti per macinare quella frase. Parliamo
di vaccini.
Lo ripesco al volo, non gli do tregua: “Ok, ma mi permetta: uno scienziato serio, dato che valutavate lavori
vecchi e fatti con tecnologie sorpassate, non avrebbe dovuto invece chiedere a
gran voce la riapertura degli studi sugli adiuvanti con sali d’alluminio attraverso
le tecnologie di oggi?” Lui:
“No, sarebbe stata una
perdita di tempo. Le ricordo che stiamo
parlando di quei vaccini che usano adiuvanti, stia ben attento, cioè solo una
parte di essi. Oggi la storia è molto differente, in particolare dal punto
di vista quantitativo e di cos’è oggi l’alluminio nei vaccini. Nulla a che fare
con quella roba primitiva di cui parlavamo prima. Negli ultimi anni ’90 sono
stati introdotti nuovi adiuvanti potentissimi, qualcuno con, e altri senza
alluminio, che hanno trasformato tutta la materia. Il gigante farmaceutico
Glaxo non parla più di adiuvanti, ma di Sistema di Adiuvanti, come l’AS04 o
AS03, dove quasi non esistono più i vecchi sali d’alluminio. Sono stati
sostituiti da Compounds dove l’alluminio è presente in quantità e in forme
chimiche del tutto diverse, ma immensamente diverse da ciò che abbiamo visto
nel passato. La gente non le sa queste cose, e ancora si dibatte su notizie
vecchie”.
La Signora Luisa sente il bebè scalciare nella pancia, caro Dott.
Jefferson, forse è meglio che spieghi le basi, eh?
“Ok. A che servono gli
adiuvanti nei vaccini? A stimolare l’immunità e la produzione di anticorpi nel
bambino. Sono aggiunti ad alcuni vaccini perché si ritiene che i pezzetti di
virus o batteri presenti (l’antigene) non siano sufficienti da soli a provocare
una risposta immunizzante adeguata”.
Pezzetti di virus? Eh? Chiarire please:
“Allora: comunemente
per i bambini si considerano due classi di vaccini. Il gruppo Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), e il gruppo Esavalente che comprende difterite, pertosse, polio,
tetano, epatite B e Haemophilus B. Il gruppo MPR non ha adiuvanti, ma solo
dei virus vivi ma attenuati che sollecitano la risposta immunitaria nel bimbo.
Gli Esavalenti sono invece vaccini cosiddetti inattivati, hanno gli adiuvanti e
contengono pezzi di virus e batteri morti”.
Ma qui torna la maledetta incertezza della scienza dove
l’assenza di prove contro, non è la prova dell’assenza di pericoli. “Lo ribadisco: nel caso del MPR, si tratta di
vaccini testati negli anni ’60, sono studi clinici vecchi, e quindi di
difficile lettura, e noi questo lo abbiamo detto in una Cochrane Review, e cioè che gli effetti collaterali del MPR
sono stati studiati in maniera insufficiente. Anche la loro efficacia è di difficile comprensione, proprio perché
questi studi clinici sono datati e furono scritti male.”.
Jefferson mette quindi un piombo dalla parte dubbiosa sui
vaccini della bilancia, poi ecco che ci toglie la soddisfazione della scienza
da Uno Mattina dei Sì! o No!, col seguito: “Ma
neppure abbiamo verificato effetti collaterali gravi. Sono stati visti effetti
collaterali importanti collegati però a un particolare ceppo virale che fu
usato in America per produrre vaccini. E una cosa abbiamo visto con certezza:
là dove sono calate le immunizzazioni con MPR si sono verificate epidemie
serie. Il morbillo in particolare è una
malattia respiratoria gravissima, le assicuro che può divenire orribile, anche
uccidere. Io ho vaccinato i miei figli con MPR”.
Riassumiamo: ci sono due classi di vaccini. Quella senza
adiuvanti (MPR) è però quella meno
studiata ed è la più antiquata, neppure si sa con certezza se funzionano bene e
cosa fanno(o faranno) di preciso i loro effetti collaterali; però catastrofi
non se ne sono viste finora. La seconda classe (Esavalenti) ha gli adiuvanti, e allora, Dott. Jefferson, a cosa
servono gli Esavalenti e che
problemi portano?
Lui riparte da un punto che non mi aspettavo: “Senta, gli esavalenti sono divenuti 6
vaccini per logiche di Mercato
(prima erano 3), e se stiamo sulle
logiche di mercato arriviamo fino a domattina… Le grandi aziende farmaceutiche
spesso usano ampie quantità di adiuvanti (quelli di nuova generazione), per
produrre più quantità di vaccino con meno antigene, e questa potrebbe essere
un’operazione di business… ma i loro profitti non sono la mia materia, se ne
occupino i magistrati, per cui non vado oltre”.
Bella stoccata alla carica dei 101 Vaccini…
Ritorniamo allora alla spiegazione di questi Esavalenti: si è detto che contengono
vaccini contro difterite, pertosse, polio, tetano, epatite B e Haemophilus B.
Jefferson chiarisce: “Difterite e tetano
sono oggi malattie rare, quasi debellate. La pertosse è meno rara, ma è una
brutta malattia, sfinisce l’ammalato. La polio è sulla via d’estinzione, e
visti i miglioramenti igienico-sanitari moderni il beneficio del vaccino è
dubbio. L’Haemophilus B è un vaccino che sarebbe destinato ai bimbi neonati, e non vedo cosa ci stia a fare per bambini
in età da scuola elementare. Neppure l’OMS lo raccomanda. L’epatite B ha
un’altra storia…” (fu introdotto in Italia con mazzette allo schifoso duo
Di Lorenzo-Poggiolini). Genitori, rileggete i pareri di Jefferson sugli Esavalenti, e a proposito del rapporto
rischi-vera utilità, THINK.
E visto che io pubblico nell’Italia dei politicanti
sciagurati, manco a farlo apposta Jefferson chiosa “I 6+3 non sono male come vaccini, però
coi limiti che ho elencato. Ciò che è male è costringere la gente, invece che convincerla. Io credevo che certi metodi fossero scomparsi nel 1945.”
Il nostro colloquio torna a piombo nel comparto più
‘odioso’, quello dell’eterno dubbio, eterna incertezza della scienza vera,
perché il ricercatore di Oxford ci piazza sta bella bombetta: “La gente deve sapere che l’equazione:
produzione di anticorpi = protezione dell’umano, può essere vera per alcuni
vaccini, oppure no. La stimolazione
di anticorpi non è un meccanismo che in
automatico promette protezione”. Addirittura! Quindi tutti sti camici
bianchi da Uno Mattina che ci dicono “sei
vaccinato, vai in pace” di che parlano? E mia madre che fa sempre
l’antinfluenzale? Arriva un’altra bordata:
“Vaccini inutili
invece ne esistono di certo. Ho già citato la molto dubbia validità di
inoculare quello per bambini detto Haemophilus B (uno degli Esavalenti), ma spettacolare è il caso di quello anti influenzale moderno, o di quello
per gli anziani chiamato antipneumococcico (si dice che prevenga polmoniti).
Questi sono proprio inutili, e ci sono le prove da anni. Noi al Chochrane lo
diciamo da 25 anni, ma sa, c’è l’aspetto politico qui che si mette di mezzo”.
Allora: il business mondiale dell’antinfluenzale è vertiginoso, vale a seconda
dell’anno dai 6 ai 10 miliardi di dollari, ok? Il Dott. Thomas Jefferson ci
dice che si sa da decenni che è totale spazzatura. Fantastico. Però una cosa
ora l’abbiamo certa: il Dott. Thomas Jefferson non è uno che tira la volata a Big Pharma e ai suoi 6-10 miliardi
di dollari in spazzatura all’anno. (...continua in parte 2...)
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