La Grecia al patibolo, il boia si
chiama Trattato di Lisbona.
Oggi
la Grecia è sotto inquisizione, le
stanno spaccando le ossa i torturatori di Brussell, udiamo le grida fin da qua,
quel popolo verserà sangue come non si può immaginare, coi tagli feroci a
qualsiasi cosa assomigli a un sevizio pubblico, alla propria economia, futuro,
speranza, ordinati ai boia europei dal Tribunale Internazionale degli Investitori
e degli Speculatori, cioè i
padroni del mondo.
La
Grecia potrebbe ribellarsi, stracciare i lacci ai polsi e alle gambe, mettere
in fuga i torturatori, salvarsi. Come? Creando moneta in quantità sufficiente
per pagare tutti gli stipendi, per sanare i debiti di tutte le aziende, rilanciare
l’economia alla grande.
Non
avete letto male, non sono pazzo, anzi, sono informato piuttosto bene. Tenete
presente: la Grecia disprezzata dal mondo è colpevole oggi di avere un deficit
di bilancio del 12,7% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Nel 1946 gli Stati
Uniti erano nelle medesime condizioni, anzi molto peggio. Il deficit di
bilancio era del 25% del PIL. No, non c’è un errore di battitura, non era il
2,5%, era il ven-ti-cin-que per cento, quello cioè che oggi sarebbe considerato
dagli inquisitori di Brussell come la raffigurazione del demonio in persona.
Gli USA di Roosevelt e Truman crearono moneta a profusione, lo Stato si
indebitò col settore privato fino al paradosso, e questo permise all’economia privata
di espandersi magicamente senza doversi indebitare. Fu l’inizio del più lungo e
stabile periodo di prosperità economica della Storia moderna, il famoso boom
economico che poi salverà anche l’Europa del dopoguerra. Ma c’è un ma…
Gli
USA allora, come oggi, erano sovrani, creavano moneta sovrana, e poterono
fare quello che fecero. La Grecia potrebbe… ma ha ratificato i trattati europei
e oggi, fate attenzione, la Grecia, come Italia, Francia ecc., non è più uno
Stato sovrano, non può creare la propria moneta. Oggi la Grecia può solo USARE
una moneta non sua, l’euro. Quindi essa rimane orribilmente legata al patibolo,
e a noi, i prossimi forse di turno sotto tortura, tocca udire i suoi gemiti
impotenti.
Quando
vi raccontano che i problemi capitali degli Stati, di noi persone che li
abitiamo, sono le magagnucce dei poteri locali, ricordate queste righe.
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