DOVE STA IL LIMITE,
NOAM?
In queste ore travagliate per me, sono roso dall’ennesimo scontro email con Noam Chomsky. Ed è “pivotal”, cioè essenziale.
La domanda è: dove tiri una riga morale oltre la quale anche una figura storica comunemente conosciuta come ‘Illuminata’ diventa inaccettabile? Spiego.
Noi umanitari – almeno io credo
che chi mi legge sia un’anima umanitaria – mai accetteremmo un Henry Kissinger
come materiale di studio e di istruzione dei giovani. Cristo, è uno dei
peggiori criminali internazionali della Storia, un apologista della camere di
tortura e delle fosse comuni. Ma attenti. Lo è per noi. Per una montagna di
altra gente, Kissinger è uno statista imprescindibile, il salvatore della pace mondiale
negli anni ’70 e ‘80. E quindi alla Bocconi, per fare un esempio, darebbero le
milze per averlo a fare una Lectio Magistralis agli studenti, per tantissimi
Kissinger rimane un ‘Illuminato’. Per noi è inaccettabile.
Ora, accade che un mio lontano conoscente d’immenso calibro, il
Prof. Norman Finkelstein, l’eroe accademico figlio di vittime dell’Olocausto
che ha dato vita e carriera – distrutte – per difendere i palestinesi, oggi
raduni manciate di studenti a New York per insegnare la materia di ‘Libertà di
Parola’. Non è cosa da poco nel deformato mondo del Politically Correct di cui
io parlo, malissimo, da anni. Solo che Finkelstein ha messo in curriculum, e
l’ha messo come imprescindibile, John Stuart Mill, l’autore del celeberrimo ‘On
Liberty’.
Ma John Stuart Mill fu, come accennato nell’articolo
precedente, un entusiasta sostenitore di quella che lui definì l’illuminata,
celestiale, umanizzante conquista da parte della Suprema Gran Bretagna delle
Indie. Credo che lo sappiate, ma in termini di sterminio d’innocenti, di barbarie
e di atrocità, la conquista da parte della “Suprema
Gran Bretagna” delle Indie è seconda nella Storia moderna solo all’orrore
di Mao in Cina. Le stime oggi più attendibili parlano di 29 milioni di indiani
sterminati dai Britannici nell’era coloniale.
Ed ecco che ieri notte, fra pene fisiche e peggio, scrivo a
Noam Chomsky e gli dico letteralmente questo: “Noam, anche tu lo sai bene cosa disse Mill delle colonie britanniche
genocide in India. Norman (Finkelstein) oggi annuncia corsi accademici sulle
libertà in cui avrà preminenza “l’imprescindibile” John Stuart Mill. Non ci
vedi una contraddizione morale?”.
Chomsky mi risponde: “Norman
è un accademico attento e bravo. Mill non era un Dio. Fu una figura complessa
con diverse facciate”.
Io gli ho risposto: “Certo,
non era Dio, ma un apologista di genocidio sì. Dove tiriamo una riga morale quando
si tratta di scegliere il materiale da insegnare ai giovani?”. Noam, che di
solito non si ferma con me se non dopo 10 o 25 mail di fuoco, zitto stavolta.
E’ un ritornello per me questo, stessa storia di Ed Snowden. Dove
tiriamo una riga morale con figure del genere? Snowden ha fatto una cosa
eroica, ha pagato salatissimo, ma è un eroe? o è solo un ex complice
consenziente dei criminali di massa internazionali CIA/NSA che si è finalmente
pentito? una specie di pentito di mafia... non di più. Dove tiriamo la riga?
Così come io mi troverei in vero e grave imbarazzo a dover
presentare Snowden a una conferenza come ‘un eroe dei diritti civili’, visto
che oltre tutto assisteva agli stermini d’innocenti del programma Drones di
Obama zitto e pagato, allo stesso modo se fossi al posto di Norman Finkelstein mi
troverei in vero e grave imbarazzo a portare come materiale di studio sulle
libertà un uomo, John Stuart Mill, che elogiò come sublime missione un'impresa coloniale-sterminio che poi arriverà a uccidere 29 milioni d’innocenti. E allora, possibile che un gigante morale
come Noam Chomsky questo non lo veda? Oppure ho torto io?
Sono serio, vorrei risposte. Non mi considero un Vate. Forse non vedo qualcosa, forse machiavellicamente la
saggezza sta nel pescare il meglio anche da un apologista di genocidio, se
qualcosa di prezioso c’è in lui, e non rigettarlo per principio come farei io. Allora però
perché non Henry Kissinger? Perché non Mussolini? Lo sappiamo bene che solo gli
infanti possono sostenere che nulla, ma proprio nulla di buono, ci fu in
Kissinger e Mussolini.
Dove tiriamo la riga?
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