IL CASO APPLE
DIMOSTRA CHE GLI IRLANDESI SONO DEI CRETINI.
Un Paese decide di fare i cazzi propri con le sue tasse, e
questo gli frutta un aumento complessivo di quasi mezzo milione di posti di
lavoro, oltre a un’infinità di altri vantaggi. Questo Paese ha un debito
pubblico, che come sappiamo è l’attivo nelle tasche di cittadini e aziende che
lo detengono (all’interno o all’estero), ma che per il Paese in questione è
solo un numero elettronico, aria fritta, nulla di che, tipo quello USA o Japp.
Poi arriva un carrozzone mostro di burocrati alla sovietica
chiamato Eurozona e gli toglie tutto quello che ha: la sovranità parlamentare,
quella monetaria, quella fiscale, e ora gli va a rompere le palle affinché la
più grande azienda del mondo, la Apple, gli restituisca 13 miliardi di euro in
tasse che quel Paese non gli aveva chiesto e che non vuole. Il carrozzone
mostro sovietico per bocca della Commissione Europea dice a questo Paese, cioè
l’Irlanda, che con quelle tasse ci può costruire 100.000 case, pagarsi un anno
di Sanità e anche un pezzetto di debito pubblico.
L’Irlanda risponde alla Commissione che se non fosse per il
fatto che l’Eurozona gli ha tolto la sovranità parlamentare, quella monetaria e
quella fiscale, le case e la Sanità e il debito se li potrebbero ripagare con
un click di un computer alla Banca Centrale un giovedì pomeriggio. Ma invece se
vengono oggi costretti dal carrozzone mostro a tassare la Apple come vuole
qualche testa di cazzo a Bruxelles, rischiano di perdere oltre mille aziende che lavorano in Irlanda grazie alle facilitazioni fiscali (140.000 posti di lavoro solo dalle 700
americane), e tornano come sei anni fa a essere i plebei a capo chino agli
ordini di sti pazzi della UE.
Hanno ragione. Da vendere.
E allora uno si chiede: ma perché sti cretini d’irlandesi
insistono a starsene nella UE? Perché hanno fischiato la Brexit? invece di
approfittarne per darsi precipitosamente alla EuroFuga? Eh? scemi?
Mah!
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