LDLD… JAMMING IL CERVELLO NELLA DIMENSIONE ASSASSINATA DAL PRESENTE.
L’idea è di drogarmi,
sì, letteralmente di assumere una ‘sostanza’ stupefacente che mi faccia saltare
via da questa realtà contemporanea occidentale defunta, sepolta e fossile, dove
nulla serve più a nulla, nulla muove più nulla, dove la Storia è stata
mummificata... la Storia è morta, dove il pensare in sé e per sé viene listato
nella classifica del vivere al posto 978.000. Una sostanza stupefacente quindi
che porti il mio cervello a fare un Jamming esaltante in un mondo immaginario,
ma non perché scaturito dall’immaginazione, ma per il fatto che esso fu e non è
più. Lo posso solo immaginare. Voglio andare là, perdermici, parlare e
dibattere coi morti di quel poliedrico vulcanico tempo andato, scatenare le mie
idee, sfidarle, oltraggiarle, mentre ragiono sulle loro. Le idee di quei morti
di una dimensione assassinata dall’orrido presente:
Locke, Darwin, Lenin,
Pannekoek, Malthus, Spencer, Keynes… e che lista seguirebbe. Lo farò qui su un
tema, o al massimo due. Non voglio essere lungo (bè neppure brevissimo).
La droga che ora prendo
si chiama Libera Dialettica Libero Dibattito, meglio
conosciuta, sconosciuta in realtà, col nome di LDLD. La LDLD è una sostanza
rarissima da trovare, e infatti non esiste più, devo saltare in quella
dimensione assassinata dal presente per assumerla. Ho 58 anni, ho avuto una
vita talmente densa di azioni e pensiero che la mia unica scelta per non farmi
esplodere il cranio è stata quella di dimenticare grandi fette di ciò che ho
pensato e fatto. Ma una cosa non dimentico, ed è straziante: in 58 anni di vita
io ho incontrato forse due esseri umani capaci realmente di vivere in LDLD, in Libera
Dialettica Libero Dibattito. Il resto – e vi assicuro che ho conosciuto
fior di cervelli nel mondo – il resto dicevo, è totalmente TERRORIZZATO E
INCAPACE di qualsiasi Libera Dialettica Libero Dibattito. Anche se appaiono, al
contrario, menti illuminate, personalità aperte, umanizzate, o buone
dentro.
E allora per assumere la mia dose di LDLD io devo saltare nel mondo dei morti nella dimensione assassinata dall’orrido presente, dove forse la LDLD non terrorizzava come oggi. Dove forse la LDLD fu la madre della Civiltà. E non vado tanto indietro fra i morti, non m'interessa l'Atene del V secolo. Vado a... ieri l'altro, ma abbastanza l'altro per non esistere più.
E qui vengo a
qualcosa di molto molto più importante e globalmente pregnante. Il Socialismo inteso come sistema di gestione
degli umani, dove il cardine è: POTERE DECISIONALE ALLE MASSE. Col suo opposto,
l’Elitismo, dove il cardine è:
POTERE DECISIONALE SOLO ALLE ELITE, MAI ALLE MASSE. E sapete una cosa? Chi l’ha
detto che i primi fossero i ‘giusti’ e i secondi i ‘barracuda’ dell’armonia dei
popoli? Attenti: non parlo di giustizia sociale, dove almeno nelle teorie, e
ripeto almeno in teoria, non v’è paragone fra i due, ma della gestione sociale meno
disastrosa, di un vero e proprio ‘il meno peggio’. E di nuovo: chi l’ha detto
che il Socialismo funzioni in ciò meglio dell’Elitismo?
Parto dalla fine: guardatevi
attorno oggi, osservate le masse immani di viventi che “pensano in media una volta all’anno” (citaz. George Bernard Shaw); che,
ahimè, in centinaia di milioni si distinguono dagli animaletti solo perché
sanno usare le posate; che partoriscono figli come si va di corpo, in una
società dove per costruire un ponticello devi studiare 20 anni (elementari-università),
ma dove per mettere al mondo E CRESCERE DEGNAMENTE una vita umana, una vita
umana!, non devi neppure leggere una pagina di fotoromanzo… spruzzi, gambe
aperte, e basta; masse che danno entusiastico sostegno a sistemi di
demenzialità mediatica o ludica di proporzioni miliardi di volte superiori ai
sistemi di pensiero; che non ci mettono molto neppure in piena modernità a
passare dalla cosiddetta civiltà alla barbarie assoluta (guerra in Bosnia?), o
peggio a nutrire la barbarie oggi nel XXI secolo con una goduria da Olocausti
plurimi; che sanno ingoiare una cotoletta davanti ai TG che trasmettono le
immagini di ‘Piombo Fuso’ in Israele; masse che al 99,9% non spendono una
singola ora in un’intera vita a lottare per la giustizia, a puntare i piedi
sugli orrori del Capitalismo (ma sul condominio sì), mai lottano per i servizi
essenziali, per la pace, per la sanità, per un cazzo di niente mai, crassi
‘sbattoleballe-tantoame-noncapita’ egoisti, al 99,9%; che non hanno mai mosso
un dito di fronte al martirio dei pochissimi eroi civici morti per loro,
bestiame umano; che si fanno persino rapinare la vita economica e il futuro dei
propri figli per generazioni (Eurozona) rimanendo apatici beoti incapaci di un
guizzo neuronale…
… E affidiamo una
qualsiasi decisione vitale per la sopravvivenza e i diritti dell’umanità a sta gente? Li facciamo votare? decidere?
Democrazia? Gli mettiamo in mano la stanza dei bottoni? A pensarci mi passa un
brivido di ghiaccio nella schiena. Affidereste un presidio di cardiochirurgia
d’emergenza a una mandria di bovini? Chi ha mai detto che la democrazia
funziona? Con masse di sto genere? E se fosse vero che la civiltà esiste solo,
e solo, perché minuscole elite distribuite nella Storia e che fortunosamente
non erano troppo carogne furono in grado di farla crescere? Quindi potere al
popolo sti cavoli. Visto cos’è in realtà la massa della gggènte, c’è motivo di
pensare che il potere della maggioranza (democratico) sia la peggior idea di
sempre.
Certo, ecco l’obiezione:
le masse non sono devianti informi inutili ignorati pericoli ambulanti. Esso
sono rese tali dalla MANIPOLAZIONE DEL CONSENSO. Che significa? Due cose:
1) Che in realtà la
brava gente ha dentro di sé la saggezza per capire cosa più conviene ai suoi
diritti, alla pace, alla società, ma… i cattivi hanno creato potenti macchine
che gli perforano il cervello e lo annebbiano, cioè sono in grado di far
dimenticare alla brava gente ciò che vogliono davvero, ciò che è giusto per il
figlio o per la natura, a favore di idiozie, stili di vita distruttivi e di una
resa al potere delle Corporazioni. Ok. Ci credete? Riproposto, le domande sono
queste: nasciamo in maggioranza ‘giusti’ e ci rendono idioti? Oppure la verità
è che nasciamo idioti, e riga? Non la prima, e i fatti della Storia lo
dimostrano oggi più che mai, l’epoca in cui parallelamente all’abnorme crescita
degli strumenti di manipolazione del consenso, sono però cresciuti in maniera ancora più possente I MEZZI PER
COMBATTERE LA MANIPOLAZIONE DEL CONSENSO, ma le masse se ne sbattono le balle,
li ignorano del tutto, non partecipano a nulla, troppa fatica, troppo coraggio
ci vogliono.
2) Manipolazione del consenso,
dicono alcuni noti intellettuali (ehm…), significa anche che la brava gente vorrebbe
le cose giuste, ma prima cosa i media cattivi non gli fanno sapere che esistono
i politici buoni da votare, e poi i cattivi non gli danno i mezzi per informarsi
sulle proposte alternative. Ah… Sì? Qualcuno sano di mente può argomentare che
oggi, con decoder che ti portano in casa 30.000 canali, sia il telecomando che
si auto-preme i tasti per seguire in massa la Champions, il Super Bowl, o X
Factor mentre la povera brava gente è legata alla poltrona? E se la brava gente
dal telecomando passasse a Internet? Ma non è così ansiosa di ottenere la
giustizia dei diritti? Allora perché in America Ralph Nader, paladino della
brava gente/diritti/socialismo/natura onnipresente sul Web, si è candidato
ottantamila volte alla presidenza e ha preso in totale i voti della
cittadinanza di Reggio Emilia? Perché oggi, sempre con il Web no filtri e in
mano a centinaia di milioni di brava gente, Bernie Sanders si trascina con
svantaggi di almeno 20 punti percentuali nelle Primarie dietro a un rivoltante
mostro pro Corporations come Hillary Clinton, sempre?
No, i fatti dimostrano
che nasciamo imbecilli e imbelli (pericolosi), e senza redenzione. Potere al
popolo?
I Soviet.
Ed è qui nella
dimensione dei morti che furono che trovo il respiro per discutere in questi
termini (fra i vivi contemporanei sarei già stato incenerito dal Politically
Correct), è qui che trovo LDLD. Perché fu fra Karl Marx e Anton Pannekoek che
corsero gli anni in cui di questo precisamente si dibatteva, e con un’apertura
cerebrale incredibile.
Pannekoek era avanti, bè,
uno che dà per obsoleti i sindacati nei primi anni del ‘900 (non si deve
trattare col Padrone attraverso il sindacato, diceva. Il Padrone non deve
proprio esistere)… i nostri lavoratori non lo stanno capendo neppure oggi. Anton
etichettò Lenin come un oligarca del tutto identico nelle intenzioni e poi
azioni agli oligarchi del Capitalismo. E non aveva torto. Lenin dopo 15 minuti
dalla rivoluzione d’ottobre si era già dimenticato di ‘potere al popolo’,
infatti distrusse i Soviet che erano stati pensati proprio per questo. Ma aveva
torto Lenin? Cosa sarebbe uscito dai Soviet? Cioè dal potere alle masse di
decidere collettivamente per se stesse?
Qui caro Anton ti mancò
un ponte fondamentale, quello che ti avrebbe collegato con la natura dell’animo
umano, magari una buon scuola di antropologi sociali e psicanalisti, perché fra
la teoria del bene collettivo deciso collettivamente e la realtà, ci stanno i
meschini demoni della natura dell’animo umano, del suo darwiniano egoismo,
innata perfidia, invidia, istinto di possesso, becerismo, viltà. Tutti ‘rospi’
puzzolenti nella palude delle anime che di fatto emersero poi in tutte le
organizzazioni collettive, devastandole, e che oggi, nelle moderne strutture
collettive, nutrono il celebre mobbing, le coltellate alle spalle, le bassezze
degli ipocriti, la corruzione rampante. Cosa sarebbe uscito dai Soviet di ex
servi della gleba cresciuti a bastonate e con animi callosi, ignoranti come la
nebbia e del tutto alieni alla tradizione illuminista, Pannekoek? Lenin li
distrusse, e con essi il Socialismo utopistico, ma aveva torto?
And spinning and
spinning Socialism and Elitism, my LDLD comes up with this:
Karl Marx, mi rivolgo a
te. Tu eri un… prodigioso Elitista,
proprio tu, certo. Lo hai confermato: ciò che hai sostanzialmente lasciato alla
Storia è l’idea che sono sempre le elite che cambiano la Storia, mai il popolo
per primo. Una cosa del tuo immenso lavoro che pochi hanno notato (o nessuno?),
è che alla fine dei conti tu stesso sancisci il principio di cui sopra: sono le
elite che cambiano epocalmente gli eventi, non le masse. Infatti, Marx, tu hai
messo insieme una miccia – che era la scellerata volontà del Capitale di
sopprimere sempre più lavoro umano a favore dell’automazione per ingordigia di
papparsi tutto il Plus-Valore prodotto – tu hai messo questa miccia assieme
alla bomba proletaria che, sempre più esasperata da quanto detto sopra, sarebbe
poi esplosa portando al controllo
dei mezzi di produzione da parte dei lavoratori, cioè Socialismo, rivoluzione
ecc. Ed è quel poi che fa tutta la
differenza. Perché, sancisti, i proletari avrebbero dovuto aspettare decenni o
secoli di esasperazione capitalista prima di sollevarsi? Non potevano farlo per primi?
Ma non ti è evidente ciò
che hai detto? Scusa Karl, ma fra la tua miccia e la tua bomba chi è il protagonista?
Chi innesca l’esplosione/rivoluzione della bomba? Lo dici tu stesso: sarà la
miccia (le elite del Capitale) col suo comportamento scellerato. E allora anche
tu Marx alla fine lo ammetti: sono le elite che determinano l’innesco dei
grandi mutamenti della Storia. E, caro mio pensatore, se prendi i tuoi omologhi
di oggi, come ad esempio un Rick Wolf, essi pur rielaborandoti per il terzo
millennio, ripetono lo stesso paradigma: la miccia della rivoluzione/mutamento non
è il popolo per primo, ma le elite
(siamo curiosi di sapere cosa uscirà nel destino umano dei prossimi decenni dalla
notte del crollo della mega-banca Lehman a New York).
Nel caso del
sopraccitato Marx, l’elite era ovviamente nefasta, ingorda e spietata. Ma ci fu
chi, abbracciando l’idea che ‘potere alle masse di decidere’ sarebbe stato un
catastrofico autogoal dello sviluppo umano e che sono le elite che devono agire,
s’immaginò un quadro diverso: e se formiamo elite illuminate da principi di
compassione, equanimità e armonia sociale? Così edificheremo una civiltà del
progresso. Inutile, come sempre, attendere le masse.
Gordon Square, n. 51,
Londra (e altri).
Cosa ci poteva essere di
più elitistico di un club di giovani brillanti cervelli dell’Università di
Cambridge nel 1912? Aristocratici, o ricchi, di certo non popolo. Di esclusivo
in esclusivo: Trinity College, la setta The Apostles, poi il Friday Club, e poi
tutto confluisce nel Bloomsbury Group, che si riuniva a Gordon Square, n. 51,
Londra. Per voi cito solo i due nomi del Bloomsbury che vi possano essere
giunti: l’economista genio John Maynard Keynes e la scrittrice Virginia Woolf. Ma
sapete, gli altri membri erano pittori, poeti, filosofi, scrittori
d’avanguardia. Il loro motto: cultura, estetica, creatività, amore. E, cosa
ancora più importante per la discussione, essi credevano fermamente, da elite
illuminata, nella possibilità di
percepire un “indeterminabile senso del
bene” per la collettività. Ecco di nuovo la convinzione: pochi,
selezionati, ma pregni di senso del bene comune, siano i decisori. E infatti fu
proprio l’economista dall’indubbio umanitarismo John Maynard Keynes a dire
chiaro e tondo che “Se vi sarà una
rivoluzione socialista, essa non mi vedrà mai sulle barricate delle masse”.
Ma vedete, erano zuppi
di LDLD (oltre che di altre droghe, sessualità orgiastica, e oltraggiose
amenità controcorrente), al punto che un loro membro preminente affermò che
fosse mai stato posto nella condizione di scegliere fra il tradimento della
patria o dei suoi ideali, avrebbe senza dubbio tradito la patria. Detto a quei
tempi, amici cari, era da pena di morte (Julian Assange ne sa qualcosa anche
oggi, immaginate allora). Ed erano femministi, obiettori di coscienza, ma anche
all’opposto, e le loro notti si accendevano di tutto questo, fra perversioni da
letto, scontri feroci che mai li divisero però, e sì, Jamming of ideas senza
limiti. Cambiarono parte della storia d’Europa.
La Società Fabian – un
promotore di progresso sociale fin scioccante a inizio ‘900, con un Bernard
Shaw all’interno – nasce dove? Nei pub? Nei consigli di fabbrica? No: alla
London School of Economics. E di nuovo: elitisti votati “al progresso sociale di tutti”. Cose come il salario minimo, il sistema sanitario nazionale, l’istruzione pubblica,
e la lotta allo squallore della povertà in Europa nascono alla Fabian, o da
un tal William Beveridge. Non nascono nelle periferie europee sotto i fumi
delle ciminiere o sui ciclostampati deliranti dei bolscevichi olandesi o
inglesi di primi del ‘900. I padri costituenti italiani non crebbero nelle
tifoserie dell’Inter, nelle trattorie di Sabaudia o nei ‘Soviet’ del Partito
Comunista Italiano (i ridicoli Cral). E la Fabian, torre d’avorio di elite
illuminate, ha cambiato la storia del mondo, in meglio. Non i Cral.
Benjamin Franklin in
America, che pensò il Capitale di Marx un secolo prima che Marx lo scrivesse.
Abraham Lincoln, che considerava il lavoro stipendiato come una costola della
schiavitù, quindi da cancellare dalla faccia della Terra… Dicesse una cosa del
genere oggi sotto i riflettori del talk show dell’innominabile sarebbe
internato (assieme a Barnard) nel club degli ‘squinternati’.
Qualcuno là fuori che mi
ascolta, mi sa dire dove sono oggi gli emuli di tutti costoro, e di pari
valore? Mi sfuggono un Bernard Shaw, un Pannekoek, una Woolf, un Edward Moore
per caso? Un Franklin? Ci sono e non li vedo? I Soviet che Lenin distrusse
avrebbero partorito cosa? Sappiamo invece cos’hanno partorito le elite
progressiste del XIX e XX secolo, mentre le masse pascolavano, o, al meglio, si
agitavano al seguito di cervelli ridicoli col marchietto rosso prestampato e le
idee programmate, programmati cioè a tradire i Diritti e a farselo mettere nel
deretano in modi spettacolari dal Vero Potere. Un cabaret, se non fosse una
tragedia. Infatti non sono finite benissimo (e sono compassionevole nel
giudizio).
Jamming LDLD… E la voce
mi dice: bene Paolo, ti sei espresso. Ma Paolo, no: queste elite causalmente
‘illuminate’ sulla strada del governo dei ‘buoni progressisti’ sulle masse
becere, che in effetti becere sono, portavano però nell’elica del loro ‘DNA’
gli elementi, e precisamente gli stessi elementi di un credo sfrenato nel
divino diritto di decidere sui pochi anche nella modernità; quegli elementi che
hanno fatto crescere le cellule di Herbert Spencer, che portano dritto ai
cancelli di Auschwitz, dei Gulag, della mostruosa Margaret Thatcher, e
dell’Europa della Troika, passando per i mostri sociopatici come Rueff, Von Hayek,
Von Mises, Beria, Stalin e simili. Ergo, Barnard, il tuo argomento va a
schiantarsi contro un muro, perché se sancisci il principio del dovere delle
elite di pensare per i ‘bovini’, poi, Paolo, come tiri una riga fra i Keynes e
gli Stalin? Gli fai un esame attitudinal-umanistico prima che prendano il
potere, ste elite? Allora, Barnard, dammi mille anni di crassa gggènte che rotola
goffa nel lardo della propria inutilità verso una cabina elettorale, piuttosto
che un solo anno di vita governato da Friedrich Von Hayek.
Cancella tutto, Barnard,
ricomincia. Voto 4 meno, Barnard. Eminem ti sta cantando i suoi versi: “Sei stato masticato e sputato e fischiato
giù dal palcoscenico con tutto quanto sopra… Torna alla realtà, sveglia, ti
manca la terra sotto i piedi… torna al lavoro, tutto daccapo…” Sentito,
Barnard? LDLD.
E ora cosa scrivo? Semplice, prendo
posizione nel dibattito. E dico, al contrario, che se l’alternativa a questa rivoltante
farsa chiamata Democrazia, coi suoi fittizi e luccicanti mezzi di
partecipazione che altro non sono che TRAPPOLE gestite e controllate dal Vero
Potere, col la sua bruciante presa per
il culo chiamata civiltà del Diritto, che NON ESISTE neppure dopo 800 anni
dall’Habeas Corpus in nessun Paese moderno, perché viviamo in Stati di polizia e non costituzionali… se
l’alternativa a sta ignominia dove ci hanno illusi e confinati ai divani di
esistenze inebetite e dove la Storia è
morta, morta, morta, se l’alternativa dicevo devono essere alternanze di Illuminismi
e Restaurazioni, di New Deal e sanguinarie Rivoluzioni Culturali, gestite da un
eterno conflitto fra elite maligne ed elite esaltanti, coi loro milioni di sterminati
e milioni di salvati, con epoche infernali che si alternano a epoche divine, bè,
io voto per questo valzer di Demoni e Angeli. Almeno esso pulsa, grida,
agonizza, si esalta e ci esalta, ci incenerisce, ci risorge, partorisce per
necessità darwiniana menti grandiose, come infatti fu nella dimensione assassinata
dal presente. Vi fu un Robert Malthus, un Herbert Spencer, ma vi fu un Cesare
Beccaria e un Lev
Nikolayevich Tolstoj…
… Ma la paralisi
nell’apatia di sterminate orde di bovini appena decentemente ingozzati per
mantenerne il penzolante lardo cerebrale, eppure mai veramente nutriti per
attivarne la dignità di potersi dire vivi… bè dover vivere oggi in questa condizione
mi fa desiderare qualcosa di peggiore della morte. Mi fa desiderare di
uccidere, di colpire indiscriminatamente e senza pietà tutto e chiunque sia
attore dell’epoca in cui vivo.
Alla prossima. Jamming LDLD...
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