13. LE FAVOLE DI
BARNARD PER I BIMBI DEI LETTORI.
Bambini! Sapete cos’è un Faraone? Il Faraone era il nome dei
Re dell’antico e misterioso Egitto, quello delle piramidi. Era un nome che
indicava la grandezza del Re. Nessun Re del mondo era grande e fiero come un Faraone.
Capito bene?
Allora, c’era una volta in un Paese chiamato Nataland un
cane lupo che viveva con una famiglia in una bellissima casa fra i campi e le
colline. Il suo nome era… Faraone il Lupone! Avete già capito perché! Perché
non c’era nessun cane lupo più bello, più fiero, più muscoloso, e col pelo più
lucido del suo. Faraone il Lupone era però buono, giocava coi bambini e gli
leccava la faccina per fargli il solletico, e i bimbi dicevano “Ma daiiiiiii Faraone, uffaaaaaa” e
correvano ridendo nel giardino della casa. Però Faraone poteva anche essere
forte e cattivo con gli uomini cattivi. Pensate che una notte, mentre Faraone
dormiva nella sua grande cuccia col tettuccio rosso, un ladro arrivò nella casa
e tentò di rubare le cose della famiglia. Faraone gli si parò davanti con tutti
i suoi muscoli del petto tesi e i denti bianchissimi che sfavillavano alla luce
della luna. Bastò questo che il ladro scappò via correndo così forte che sbatté
contro un albero e vi rimase appiccicato come nei cartoni animati, davvero
bimbi! Così arrivò la polizia e lo mise in prigione.
Bè, ora dovete sapere che un pomeriggio di primavera, mentre
Faraone il Lupone se ne stava accucciato nella sua casetta, ed era un po’
annoiato, una scoiattolina si presentò all’entrata e squittì: “Ciao Re dei cani lupo! Nel bosco tutti
parlano di te, dicono che sei il Faraone dei cani, e io sono venuta a vedere se
è vero. Mi chiamo Ciottolina la scoiattolina, perché metto tutte le mie noci e
bacche in una ciottolina prima di mangiarle, e tutti gli altri scoiattoli mi
prendono in giro!”. Sorrise Ciottolina, ed aveva un musetto delizioso, con
due grandi occhi neri a mandorla che sembravano un sorriso tenero che stava sempre
lì, in quello sguardo delicato. Aveva lunghe ciglia proprio da signorina, e una
pelliccetta morbida come la seta.
Faraone alzò il suo capo con un’espressione fra lo
sbalordito e il divertito. Non sapeva cosa dire… bè… oddio… e che si fa in una
situazione del genere bimbi? Un vero lupo maschio fa il galantuomo, certo!, e
quindi Faraone invitò Ciottolina a entrare. Voleva offrirle qualcosa, come
fanno i galantuomini con le signorine, ma aveva solo un osso rosicchiato ed era
in grande imbarazzo. Ma figuratevi, Ciottolina era una gran chiacchierona e
manco ci badò a queste cose. Si mise a parlare, a far domande, a ridere, a
prendere in giro Faraone il Lupone, per esempio gli disse: “Hey, senti, ma se nascevi lupa ti chiamavano
Faraona? Hahahahahhahah!!!!!! E poi ti cuocevano in pentola? Hahahahahhaha!!!!!”.
Il Lupone si divertiva come non si era mai divertito tanto.
Bè, bimbi, da quel giorno Ciottolina fece visita a Faraone
ogni giorno, e divennero teneri e affettuosi amici. Ma non solo. Faraone il
Lupone ogni sera, da vero galantuomo, accompagnava Ciottolina al suo albero
nella collina, dove ella aveva la sua tana in un buco lassù, in cima
all’alberone. Faraone l’accompagnava perché purtroppo le volpi girano per il
bosco la notte e se vedono uno scoiattolo se lo pappano. Infatti una sera
tardi, proprio due volpi con gli occhi perfidi si pararono davanti a Ciottolina
la scoiattolina, e si leccavano i baffi pregustando di poterla mangiare…. Ma???
Ma??? D’improvviso videro proprio dietro la piccola scoiattola un’ombra enorme,
sentirono un ringhio che scosse persino gli alberi, e videro anche loro una
sfilza di denti bianchi che brillavano nel buio. Era Faraone! Le due povere
volpi scapparono così veloci e per così tanto, che fecero il giro di mezzo
mondo prima di fermarsi.
Come si volevano bene Faraone e Ciottolina! Lei, da vera
signorina, si faceva bella prima di andare a trovare il suo amico, e si
profumava strisciando il pelo sui petali dei gelsomini. Anche Faraone ora si
dava un gran contegno per la sua amica del cuore. Ogni giorno puliva tutta la
cuccia, e prese a deporre delle margherite fresche tutt’attorno all’angolo dove
Ciottolina si sedeva quando stavano assieme. Che felicità!
Ma purtroppo un brutto giorno arrivarono degli uomini con
delle enormi macchine e tagliarono alla base l’albero dove c’era la tana di
Ciottolina, che in quel momento stava dormendo. Sapete bimbi, gli uomini
tagliano tanti alberi per farci i mobili e i tavoli e tante cose, ma
soprattutto caricano i tronchi tagliati su delle navi che li portano in Paesi lontani,
dove li vendono per tanti soldi. E fu così che Ciottolina quel giorno sentì un
gran trambusto, delle gran scosse, ma prima che potesse fare nulla il tronco
dove lei viveva era già stato caricato su un camion, che lo portò al porto del
Paese di Nataland. Fu imbarcato su una nave e quella nave partì per
attraversare un grandissimo mare che si chiama Oceano. Voi bimbi vi chiederete:
ma perché Ciottolina non scappò? La risposta è che era terrorizzata, non sapeva
nulla degli uomini, dei camion, delle navi, aveva così paura che tremava e non
riusciva a muovere le zampette. Poteva solo sussurrare “Aiuto Faraone! Aiuto!”. Ma Faraone era alla casa e non sapeva nulla
di ciò che capitava sulle colline, così non sentì i richiami di aiuto della sua
piccola amica.
Infatti il giorno seguente Faraone il Lupone aspettava come
al solito la visita della sua dolce amica, ma ella non arrivò. Era prigioniera
dentro il tronco dell’albero che ora stava navigando su una nave verso Paesi
lontani. Passarono i giorni e Faraone era triste. Corse all’albero della sua
Ciottolina bella, ma… ma… NON C’ERA PIU’! Faraone ululò come un pazzo, ma
dovette rassegnarsi, proprio l’albero e la sua Ciottolina non c’erano più!
Passarono i giorni, e il maestoso lupone era così triste, il
suo cuore era spezzato, si sentiva così solo, che smise di mangiare, e la
famiglia della casa pensò che si era ammalato. Faraone non dormiva più, pensava
solo alla sua tenera amica del cuore, la sua bella e tenera Ciottolina. Ma
dov’era? DOVEEEEEE?
La nave col tronco dell’albero dove la povera Ciottolina era
nascosta tremante e in lacrime arrivò dall’altra parte del grandissimo mare
chiamato Oceano. Arrivò in un Paese chiamato Perù. A quel punto la scoiattolina
prese coraggio e fuggì dal tronco, scappò dal porto e si rifugiò in uno strano
posto senza alberi, chiamato scogliera. La scogliera era una roccia altissima a
picco sul mare dove gli uomini non vivono, e dove praticamente non c’è nulla e
nessuno. Ciottolina si nascose dietro a una pietra e si mise a piangere. “Faraone mio Lupone!” singhiozzava “Perché non corri qui a prendermi?”. Ma
poverina, lei non sapeva che i lupi non possono attraversare gli Oceani. E
piangeva e tremava dal freddo, squittiva al vento senza speranza.
Ad un certo punto però, un’enorme ombra le si avvicinò.
Ciottolina ebbe un balzo del cuore, e sperò che fosse Faraone che era arrivato
ad aiutarla. Ma invece quello che vide fu un immenso uccello, il più immenso
che nessuno potesse immaginare. Era tutto nero, e aveva una pelliccietta bianca
intorno al collo. Le sue ali erano talmente grandi che sembrava un aereo. Vi fu
un momento di silenzio, la povera Ciottolina pensò che quell’enorme uccello
l’avrebbe mangiata col suo potente becco………. Ma invece: “Ciao” disse il pennuto, “Io
mi chiamo Nemo, e sono un uccello Condor. Noi Condor siamo gli uccelli più
grandi del mondo, siamo grandi due volte un uomo! Ma sono un Condor molto
vecchio e vivo qui da solo, ho quasi cento anni! Non avevo mai visto un
animaletto come te! Perché piangi?”
Alla scoiattolina sembrava di sognare, era tanto confusa. Ma
riuscì a raccontare la sua storia a Nemo il Condor, fra singhiozzi e lacrimoni
che le scendevano dai suoi bellissimi occhi a mandorla. Nemo ascoltò in
silenzio, ascoltò con molta attenzione, e pensò tanto. Tanto. Tanto. Ma tanto. Il
suo vecchissimo cuore di grande uccello era commosso a vedere quella giovane
creatura che soffriva tanto, e lui era alla fine della sua vita. Voleva
aiutarla, e infatti disse!...
“Ciottolina, salta
sulla mia schiena, tieniti ben stretta, e io spiccherò il volo per riportarti
dall’altra parte del grande mare, nel tuo Paese di Nataland, dove vive Faraone
il Lupone!” La piccola era sempre nel mondo dei sogni e scioccata, ma
obbedì. L’enorme uccello dispiegò le sue immense ali nere e partì dalla
scogliera sul mare tempestoso. Faceva tanto freddo però, e Ciottolina si
nascose nella buffa pelliccetta bianca che stava attorno al collo di Nemo il
Condor. A lui questo faceva il solletico, ma non ci badò. Che avventura
bambini! La traversata dell’Oceano sulla schiena di un Condor! Ciottolina
guardava le grandi onde che si frangevano in schiuma bianca giù di sotto, vide
sempre là sotto i branchi di delfini che saltavano da un’onda all’altra, vide
il sorgere del sole e della luna come non li aveva mai visti prima. Ma…
Bimbi dovete sapere che anche per un immenso Condor
attraversare un Oceano è una impresa impossibile, e poi Nemo aveva cento anni,
era vecchio! Purtroppo a un certo punto Nemo si girò verso Ciottolina e le
disse: “Non ce la faccio più, mi mancano
le forze, cadremo in mare, e moriremo tutti e due. Mi dispiace così tanto amica
mia, ma non ce la faccio più!”. Per Ciottolina, che già coltivava nel cuore
la speranza di tornare a Nataland dal suo Faraone il Lupone, questo fu un colpo
al cuore. Dio che destino terribile! Terribile! Ma… bimbi, la natura ha tante
sorprese sapete? Infatti guardando sotto verso le grandi onde del mare,
Ciottolina vide una bellissima balena azzurra lunga come una nave, che nuotava
pacifica. Esclamò: “Nemo! Guarda sotto,
chiediamo aiuto alla balena!”. Nemo il Condor conosceva bene le balene,
perché nei mari del suo Paese ce n’erano tante, e gridò: “Balena! Aiutaci!”. Il grande pesce fece tre spruzzi d’acqua dalla
testa e diede due colpi di coda. “Ha
detto di sì!” proclamò esultante Nemo, e infatti lui e Ciottolina atterrarono
sulla schiena della balena azzurra, che si mise a nuotare alla velocità di un
motoscafo verso Nataland. Che avventura bimbi!
Ma le soprese brutte non finirono qui. Proprio mentre la
grande buona balena stava per raggiungere le coste di Nataland, sul mare si
vide una nave che gli veniva incontro. Nemo il Condor e la balena sapevano
benissimo che cosa terribile era quella nave. Ciottolina non sapeva nulla.
Quella nave era una baleniera, ciò una nave dove uomini stupidi e cattivi vanno
a caccia di balene per ucciderle. Infatti quelle navi hanno un cannone a prua
con una lancia appuntita che sparano contro le balene per ammazzarle. La balena
azzurra non poteva immergersi nel profondo dell’Oceano per scappare a quel
pericolo, perché se no Nemo e Ciottolina sarebbero morti affogati, quindi non
sapeva come salvarsi! Oddio bimbi! Oddio! La nave dei cattivi era sempre più
vicina, un pescatore era già dietro al cannone pronto a sparare la micidiale
lancia per uccidere la nostra amata balena azzurra… Che fare? CHE FARE?????
Bè, fu a quel punto che Nemo il Condor raccolse tutte le
forze che aveva da vecchio quale era, e spiccò il volo. Le sue ali immense nere
come la notte piombarono sul pescatore che stava dietro al cannone, e Nemo con
i suoi artigli dieci volte più grandi di quelli di un’aquila afferrò l’uomo cattivo
e lo gettò a mare. La balena era salva!
In una mattina di caldo sole, i tre amici d’avventura
finalmente arrivarono su una spiaggia di Nataland. Si salutarono, con
Ciottolina che corse in lungo e in largo sulla schiena della balena a riempirla
di bacini, di squittii dolci che significavano “Grazie!!!!!”. La balena diede 6 spruzzi dalla schiena e 8 colpi di
coda, e Nemo capì che significavano “Buona
fortuna amici miei, e grazie di avermi salvata”. Così Ciottolina la
scoiattolina salì di nuovo sul collo di Nemo, che spiccò il volo e la riportò
proprio nella collina dove c’era la casa dove abitava Faraone il Lupone……. Non
vi dico la scena!!!!!!!! Quando Faraone rivide la sua Ciottolina balzò fuori
dalla cuccia ansimando come se avesse corso intorno al mondo 10 volte, il cuore
gli batteva così tanto che i colpi gli facevano sbattere i muscoli del petto!
Ciottolina gli si accasciò ai piedi e pianse di gioia.
Quando tutto si calmò, la piccola scoiattola raccontò tutta
la terribile e avventurosa storia a Faraone, mentre Nemo il Condor se ne stava
fermo in silenzio. Quando Ciottolina ebbe finito, Faraone si mosse verso il
grande uccello e con le zampe davanti lo abbracciò. Nessuno lo vide, perché
Faraone era un lupo fiero, ma le lacrime gli bagnavano gli occhi.
Quella sera, Nemo si chinò col suo strano collo
impellicciato di bianco verso Ciottolina, e le disse: “E’ ora che io torni alla mia terra. Ti saluto piccola amica, e sono
talmente felice che tu sia tornata dal lupo che ami, che di sicuro avrò la
forza di volare tranquillo fino all’altra sponda dell’Oceano. Addio amici miei”
disse, e l’ombra immensa del Condor si alzò nel cielo e scomparve. Faraone il
Lupone e Ciottolina la scoiattolina, uno abbracciato all’altra, lo guardarono
sparire nei cieli. Ma Nemo aveva mentito. A cento anni, lui ora era esausto,
non aveva più forze, e sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a tornare
a casa sua attraversando tutto l’Oceano. Sapeva che lo sforzo che aveva fatto
per salvare la piccola dolce scoiattolina era stato fatale per lui. Infatti si
posò dietro una collina poco distante dalla casa di Faraone; si accasciò sotto
un albero e aspettò di morire. Il sole stava appena sorgendo. Una farfalla dai
colori del Paradiso volò sul suo becco, e lì si posò. I raggi del nuovo sole
riflessero quei colori meravigliosi sugli occhi del vecchio Nemo, il Condor,
che li chiuse per l’ultima volta così. Ma sereno.
(NOTA: tutte le favole di Barnard sono di sua invenzione esclusiva e coperte da Copyright)
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