[Alcune considerazioni su...]

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Tornare alla lucidità sulcomplotto’ dell’11/9

La Premessa. Ho letto il Rapporto sull’11/9 di Thomas H. Kean e Lee H. Hamilton, con le conclusioni della Commissione d’inchiesta statunitense. Quelle conclusioni sono inaccettabili, poiché piene di voragini e omissioni. Ho sempre sostenuto che le indagini su quegli attentati vanno riaperte, e non ho dubbi su questo. Ma le tesi dei complottisti dell’11/9 così come enunciate nei noti filmati in Rete - dove si sostiene che il governo americano fu il mandante ed esecutore degli attacchi - non superano il primo essenziale vaglio: quello della plausibilità. Anzi, a fronte di esso naufragano miseramente.

La Sostanza. Noi siamo cittadini, e ciò che abbiamo davanti riguardo agli attentati dell’11/9 è un polverone incalzante di prove e contro-prove, perizie e contro-perizie, testimoni e contro-testimoni, indizi e contro-indizi, accuse e smentite. Questo è un fatto. Per noi, verificare chi fra le centinaia di esperti delle due parti – quella che sostiene l’auto attentato USA e quella che incolpa Al Qaida - abbia ragione è impossibile. Questo è un altro fatto. Nessuno di noi può attribuire una ragione o un torto basandosi su migliaia di pagine scritte contenenti rapporti di esperti zeppi di matematica e fisica, perizie chimiche, tracciati radar, dati informatici, balistica, ingegneria, elettronica, aviazione ecc. Il terzo fatto incontestabile è che ancora manca lo ‘smoking gun’, cioè la prova incontrovertibile della colpevolezza di qualcuno, come sarebbe ad esempio la confessione di un agente segreto, o una registrazione di Cheney che parla di auto attentato, o un memorandum top secret fatto trapelare ecc.

Dunque, in assenza di prove alla ‘smoking gun’ e in presenza di un’inaffrontabile immensa mole di dati che si elidono a vicenda, noi cittadini dobbiamo fare affidamento alla prova dell’intelligenza per schierarci, non abbiamo altra strada per ora. Sottoponiamo ad essa la narrativa del complotto dell’11/9 così come descritta dai suoi fautori.

La prima cosa che dovete fare, è immaginare con estrema serietà la pianificazione di un auto attentato di quella posta. I vertici politici americani si apprestano a organizzare il più grave crimine contro gli Stati Uniti d’America della Storia, per cui, se scoperti, saranno certamente fucilati trascinando nell’infamia eterna sia le loro famiglie che la politica di tutto il Paese. Immaginate la/le riunioni a questo scopo: presenti di sicuro il numero due della Casa Bianca, Dick Cheney, il capo di Stato Maggiore dell’esercito, il Ministro della Difesa, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, i vertici della Marina, dell’Aeronautica, i capi della CIA, della NSA, della DIA, dell’FBI, gli scienziati militari del DARPA, gli informatici, i genieri, gli artificieri, e altri qualificati esperti. Cioè, tutti coloro che saranno strettamente necessari per condurre a termine un piano di quella portata. Ed ecco la pianificazione del più grave atto di terrore della Storia d’America, così come deve necessariamente essere accaduta secondo i teoremi dei complottisti:

Relatore (Cheney): Gli interessi egemonici degli Stati Uniti necessitano della nostra espansione imperiale sulle risorse energetiche di Medioriente e Centro Asia, ottenibile solo scatenando guerre. Come pretesto per l’opinione pubblica e per l’approvazione del Congresso, avremo un attacco terroristico senza precedenti sul nostro territorio, con migliaia di morti, da noi stessi organizzato ma che attribuiremo ad Al Qaida. Queste le fasi del piano. Prima miniamo le torri gemelle di New York, poi, in pieno giorno, gli facciamo schiantare contro due aerei di linea carichi di civili. Diremo che erano dirottati da terroristi arabi. Contemporaneamente, sempre all’ora di punta, lanciamo un missile contro il Pentagono, ma diremo che si trattava di un altro aereo dirottato da arabi, che faremo sparire. Nel frattempo abbattiamo un quarto aereo sulla Pennsylvania con un razzo, ma diremo che è caduto a causa di una colluttazione coi dirottatori. Teniamo i nostri caccia fermi nelle basi, e quei pochi in volo li dirottiamo su falsi bersagli. Le torri prenderanno fuoco, e a quel punto detoneremo le centinaia di cariche piazzate causandone il crollo totale. Un bel po’ dopo facciamo crollare anche un altro palazzo, per fare un  favore a un amico a noi legato. Ci saranno migliaia di morti americani, lo shock sarà planetario. Faremo sparire ogni prova, inclusi i detriti. Accuseremo Bin Laden, e attaccheremo l’Afghanista che lo protegge e poi l’Iraq, e il resto di quelle aree di conseguenza. Apro il dibattito.

Intervento 1 (ad es. capo CIA): Vicepresidente, minare le torri è un lavoro immenso. E se qualcuno scopre i nostri tecnici al lavoro, che diciamo? Basta un nulla, una svista, un malore di uno di essi, un imprevisto banale, e li trovano con le sostanze in mano. Non si può escludere che accada, e il cover-up diverrebbe impossibile.

Intervento 2 (ad es. capo NSA): Vicepresidente, ma perché scatenare una simile catastrofe in pieno giorno d’estate quando ci saranno tutte le telecamere del mondo puntate sulle Torri a filmare le demolizioni controllate? Meglio in inverno, alle 6 di sera, al buio. Il buio ci risolve un sacco di problemi, Vicepresidente.

Intervento 3 (ad es. vertici Aeronautica): Vicepresidente, alla mattina attorno al Pentagono c’è una tangenziale stipata di auto. Un razzo non è un aereo, lo vedono tutti, e poi genera un impatto diverso da un aereo e non ci saranno i rottami giusti. Questo è rischioso, ci complica il cover-up immensamente. Perché non usare l’altro aereo di linea dirottato su Washington per l’attacco al Pentagono? Qual è la logica di sostituirlo con un razzo?

Intervento 4 (ad es. Capo di Stato Maggiore): Mi unisco al collega, Vicepresidente, e devo essere franco: lei capisce che poi dovremo far sparire i passeggeri del finto volo contro il Pentagono. Significa farli fucilare in qualche luogo segreto e poi cremarli. Ci vuole troppo personale militare per una cosa del genere, sono tutti potenziali testimoni. Ammazziamo anche loro?

Intervento 5 (ad es. scienziato DARPA): Vicepresidente, un razzo disintegra un aereo in briciole, e i rottami al suolo in Pennsylvania non ci saranno. Avremo le telecamere, i testimoni, le foto. Con tutte le tracce ed evidenze che questo piano si lascia alle spalle, il cover-up diventa un incubo.

Intervento 6 (ad es. scienziato 2): Vicepresidente, la informo che i resti degli esplosivi che piazzeremo nelle torri gemelle sono rintracciabili, e saranno sparsi ovunque fra le macerie delle torri, potranno essere filmati, raccolti, analizzati con facilità. E’ troppo rischioso.

Intervento 7 (ad es. capo FBI): Vicepresidente, i testimoni auditivi e oculari delle esplosioni nella demolizione controllata saranno centinai, fra cui poliziotti, cittadini, vigili del fuoco. Come li zittiamo tutti? E poi il crollo della torre 7, insomma, spiegarlo sarà una grana in più francamente assurda, in pieno giorno…

Intervento 8,9,10,11,12…

Ultimo intervento (ad es. Ammiraglio marina, o più partecipanti): Signori, Vicepresidente, stiamo rischiando la fucilazione, la rovina delle nostre famiglie, l’infamia eterna per secoli, la fine della politica americana finora conosciuta. Questo piano, così com’è stato illustrato, è… una commedia da principianti. Inoltre, per eseguirlo occorreranno molte centinaia di persone. Come saremo certi che tutti rimarranno ermeticamente omertosi e per sempre? Vicepresidente, senza offesa, questo è un piano che si lascia dietro le nostre impronte come noccioline alla luce del sole e di fronte alle telecamere di tutto il mondo. Vicepresidente, la prego di riconsiderarlo interamente.

Dick Cheney: No, facciamolo così. Contiamo sul fatto che la gente di fronte all’enormità della verità, di fronte ai filmati, alle testimonianze ecc. finirà per non crederci. Come tutela, per me, per il Presidente e per tutti voi, mi sembra sufficiente. Fine dei lavori.

E così, i vertici della più sofisticata e potente macchina militare del mondo con a disposizione mezzi e intelligenze illimitati, accettano l’incredibile piano pastrocchio di Cheney… incrociano le dita, ed eseguono. E come volevasi dimostrare, poco dopo gli attentati un gruppo di attivisti di internet scopre tutto.

Ma vi sembra possibile?

Questa sequela di eventi, che, ripeto, sono per forza ciò che deve essere accaduto fra le mura di un bunker top secret di Washington se si crede ai complottisti dell’11/9, è un insulto all’intelligenza di un ragazzino di prima media, a voler essere benevoli. Ma nel carnè dei sostenitori dell’auto attentato vi è purtroppo altro a questo livello. Ad esempio: se complotto fu, ci troveremmo di fronte a una leadership americana talmente feroce e spietata da non aver esitato un attimo nel massacrare 3.000 loro connazionali, infliggendogli una morte atroce. Bene. Ecco che dopo questo atto a dir poco demoniaco, compaiono sulla scena i signori Webster Tarpley, Jimmy Walter, Massimo Mazzucco, Giulietto Chiesa e soci. Essi, quando ancora le ceneri delle torri gemelle non si erano posate, iniziano a gridare pubblicamente di aver scoperto la verità e di conoscerne i colpevoli (Tarpley in particolare, vanta la conoscenza della verità/mandanti/esecutori di praticamente ogni mistero politico o strage degli ultimi 50 anni). Bene. Abbiamo dunque cinque o sei personaggi che sono sul punto di rivelare al mondo i colpevoli del più grave atto di terrore contro americani nella Storia, con prove “schiaccianti”… e quei colpevoli sono George W. Bush, Dick Cheney, George Tenet et al. nientemeno, cioè i demoni assassini. La faccio breve: se anche solo una frazione delle “prove schiaccianti” dei complottisti fosse stata credibile, i signori Tarpley, Walter, Mazzucco, Chiesa e soci si sarebbero trovati otto minuti dopo a galleggiare a faccia in giù nell’Hudson o nel Tevere. Ma sono tutti vivi, anzi, stanno benissimo. La cronaca nera internazionale ci ha insegnato che sono regolarmente morti tanti testimoni scomodi di crimini politici ben inferiori a questo (Ustica docet). Ma non loro.

Vi sembra possibile?

Concludo. Se fino a oggi siamo riusciti a convincere quelle poche persone della necessità di opporsi ai disegni criminali delle oligarchie neoliberali nel mondo, lo dobbiamo al lavoro paziente e preciso, costante e dotto, pacato e realistico di tanti attivisti e giornalisti seri che sanno leggere la realtà dei fatti, e non ai roghi laici e ai linciaggi emozionali dell’esercito dei complottisti sgangherati e dei loro seguaci acritici.

Come per Zeitgeist, vale qui il test sacro dell’informazione: se una narrativa non supera almeno i più elementari vagli della plausibilità e del raziocinio (complotto 11/9) o delle verifica dei cardini su cui si fonda (Zeitgeist), non si può perdere altro tempo dietro ad essa. Anzi, ci si fa del male. A voi lettori rimane solo questo strumento per districarvi nella marea continua di news e sensazionalismi, di complotti romanzeschi e trame improbabili, con cui siamo bombardati dalla Rete a ritmi assurdi. L’alternativa, cari lettori, è di sprofondare in un calderone dove tutto diventa vero purché sia stimolante, dove muore il giornalismo investigativo, dove anche la Società della Terra Piatta diventa plausibile, e da lì non se ne esce più. E’ quello che vuole il Potere, vuole vedervi rincretiniti dietro a ogni demenziale fantasia politica da romanzo di serie B, e mentre siete lì assorbiti, il Potere vi fotte la vita a Bruxelles, a Lisbona, in Cina, o a Ginevra e Wall Street.

Dobbiamo disconoscere con decisione la dilagante pratica di alcuni scellerati ‘giornalisti’ o bloggers che manovrano le emozioni di massa nel calderone sopra descritto. Tornare alla lucidità sull’11/9 significa solo una cosa: riaprire l’inchiesta, a 360 gradi, e per questo concessi la mia firma alla petizione di Giulietto Chiesa diversi anni fa. Mai mi sarei aspettato di trovarmi invischiato in un inganno dove pubblica accusa, giudice e difesa erano ridotti a un purè, e dove la sentenza era già stata emessa a furor di popolo.

Se l’informazione antagonista si riduce a quello, siete finiti anche voi. Difendetevi, usando sempre la vostra testa.

 

 

 


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