[Paolo Barnard]

A chi mi ha scritto per Matrix del 15/11.

Grazie per avermi scritto ieri, credetemi, ho letto ogni singola mail. Non posso rispondere a tutti per due motivi: primo, troppe mail, oltre 200 finora. Secondo, come sapete, non rispondo più alle mail dei lettori, che devono imparare a darsi risposte, a darsi ordini d’azione, a combattere da soli.

Mi hanno invitato a Matrix senza sapere chi sono, credeteci. Mi dispiace per quella povera autrice del programma che mi ha proposto a Vinci, non oso immaginare la lavata di testa che le è arrivata dopo. Vinci non sapeva neppure chi sono, credeva che fossi un blogger, tipo il Messori. La puntata era strutturata in modo da far parlare ‘quelli seri’, per poi colorirla con i fantasisti di Guerre Stellari, Dart Vader e l’Impero del Male (io, Chiesa e Messori). A  Vinci gli è andata male appena ho aperto bocca, mi ha odiato nell’istante in cui gli ho detto “Tu ti rendi conto che ci stanno ascoltando gli italiani?”. E poi giù dati, nomi, documenti e cifre. E soprattutto quel “Draghi è un golpista”, motivato con tutti i fatti e le lobby che oggi ci comandano a bacchetta. Cioè: di fronte alle prove dettagliate del golpe, che non si aspettava, gli è naufragato il progetto, e si è molto preoccupato.

Dopo il mio primo intervento è stato chiarissimo che non mi avrebbe più chiesto di parlare, avrei fatto la fine dell’educatissimo e preparato Giulietto Chiesa, che ha tenuto il dito alzato per intervenire per 25 minuti, poi è stato trattato da questo Vinci come un senile rompicoglioni che parla troppo, con tanto di sbattuta innervosita dei fogli sul desk da parte dell’esimio conduttore. Ho dovuto usare la forza fisica, vi sono stato costretto, e cioè urlare e interrompere per poter dire le cose essenziali. Ci vuole il fisico, fidatevi. Ma le ho dette quelle cose, tutte.

Alla fine mi sono alzato, nel gelo di tutti, il blogger si era fiondato a confabulare con ‘quelli seri’, ma forse per motivi onorevoli. Ho tentato di stringere la mano a Vinci salutandolo, mi ha offerto la mano chiusa a pugno e non mi ha neppure guardato in faccia, con la bile che gli usciva dai polsini della camicia. Me ne sono andato.

Non voglio fare l’eroe macho, ma era chiaro che dei tre ‘antagonisti’ invitati, Messori era pericoloso per il sistema come una grappa al mirtillo (non so se per scelta tattica o perché proprio non ne ha); Chiesa era tenuto a bada dall’impossibilità tecnica di parlare; su di me hanno infierito perché ero lì con un microfono acceso, so le cose e le dico.

Un vezzo: il momento di gloria della serata è stato il tizio di Goldman Sachs che non sapeva chi era Wynne Godley, che sta a un economista come non sapere chi era Brecht sta a un intellettuale; e poi quando Vinci ha detto “I 36 economisti americani? Embè? Gli economisti dicono tante cose…”. Cioè: i più esperti monetaristi della maggiore Banca Centrale del mondo non sono rilevanti se giudicano la moneta Euro come assurda e pericolosa. Pure genius.

I talkshow italiani sono tutti così, solo confusione, e il solito conduttore che ovviamente mai permette ai temi pericolosi di campeggiare troppo. Santoro è identico, Lerner peggio ecc.

Perché ci sono andato? Perché li ho usati, brutalmente. Volevo dire su un media nazionale importante che c’è stato un colpo di Stato finanziario e che Prodi, Draghi e Napolitano sono quello che sono. E l’ho fatto. A cosa serve? A nulla. Ma io sono un giornalista e cosa altro devo fare se non comunicare al pubblico la verità?

Spero che abbiate notato che Paolo Barnard, che scrive sul suo sito cose di fuoco sul Potere, dice le stesse cose di fuoco davanti a chiunque, a qualsiasi rischio, e costo. Insomma, cari inutili lettori: io non vi tradisco, anche se non serve a nulla. Grazie delle mail.