[Paolo Barnard]

IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI DEL MINISTRO TRIA (E GOVERNO) SPIEGATO A FAMIGLIE E AZIENDE.

 

Quando un governo, come il nostro, non è sovrano* è impossibile che possa creare vera crescita, lavoro e diritti, e l’unica cosa che può fare è abbindolare gli elettori con trucchi da prestigiatore. Abbindolare, nel caso specifico della prossima Legge di Bilancio anticipata dal Ministro delle Finanze Giovanni Tria, significa allungare di 7 cm la catena che ci tiene nella galera di Bruxelles e proclamare “Vedete? siamo liberi!”; significa incantare l’elettorato spostando due soldi da qui a lì (quindi nessuna ricchezza aggiunta), per poi proclamare “Vi diamo denaro!”; significa tagliare 1/3 di soldo qua, e proclamare “Meno tasse!”, ma poi aggiungerlo in tasse da un’altra parte. Tutto questo significa…

l’economia del gioco dei 3 bussolotti, cioè l’abbindolare per definizione.

* Un governo sovrano, invece, aggiunge ricchezza al netto presso cittadini e aziende con: la sua indiscussa discrezionalità nell’aumentare la spesa a deficit (cioè vi do più soldi di quanto vi tasso); la sua totale discrezionalità di abbassare le tasse o addirittura abolirle senza alcuna ricaduta sulla propria capacità di spendere; la sua totale discrezionalità di emettere debito con l’assoluta garanzia di onorarlo presso i Mercati sempre e senza timore dei medesimi. Tutto questo accade di regola negli USA, in GB, in Giappone, perché essi posseggono monete sovrane che emettono liberamente. L’Italia non può più emettere liberamente la moneta, perché usa una moneta straniera chiamata euro che è emessa da una potenza straniera fuori dai nostri confini, la BCE. Quindi l’Italia è oggi dal punto di vista monetario come la Tanzania, che di fatto funziona usando la moneta di un'altra potenza fuori dai suoi confini, cioè il dollaro USA.


Eccovi il gioco dei 3 bussolotti del Ministro Tria nella sue astruse parole (in grassetto) spiegate da me sotto ogni sua citazione perché tutti possano capire.

Flat tax e reddito di cittadinanza partiranno già nel 2019, perché per rassicurare investitori e famiglie non bisogna rinviare le riforme strutturali, ma dare certezze sulle prospettive, e dimostrare che il Paese è in grado di crescere.

Flat Tax e reddito di cittadinanza – per essere vera ricchezza al netto per aziende e cittadini – comportano per lo Stato nuove spese con aumento quindi del deficit e del debito  – cioè lo Stato ci dà quei soldi ma poi non ce li toglie dopo in tasse. Ma Tria dice che non si devono rinviare le “riforme strutturali”, che però significano applicare le imposizioni di Bruxelles di tagliare drasticamente proprio sia il deficit che il debito. E allora che vera ricchezza al netto mai saranno flat tax e reddito di cittadinanza? Le “riforme strutturali” nell’interpretazione di Bruxelles significano aritmeticamente non crescita, come dimostrato in 10 anni consecutivi dal miserabile stato di tutta l’Unione Europea rispetto alle crescite nel resto del mondo. E allora il nostro Ministro predica le “riforme strutturali” e ci vuol far credere che, lo stesso, potremo crescere*. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

* Se poi Tria intendeva crescere di % visibili solo al microscopio elettronico, ok. Ma siamo seri: si parla di crescita quando la cifra si vede a occhio nudo, come in USA oggi.

Sono stato io a rassicurare i colleghi sul fatto che l’avvio delle misure principali del contratto di governo è compatibile con i vincoli di finanza pubblica, non viceversa. Ma di “avvio” si parla, appunto. Una gradualità che punta ad evitare scossoni sui Mercati.

Di nuovo: il contratto di governo è, nella sua parte di promesse di crescita per cittadini e aziende, tutto incentrato su un aumento della spesa pubblica a deficit, e questo non è compatibile con i vincoli di finanza pubblica (fra cui le “riforme strutturali” di cui al punto precedente) che Bruxelles c’impone. Ma Tria è scaltro e parla solo dell’ “avvio delle misure principali” come compatibile con le regole UE, e questo significa una cosa: il 5% del Contratto lo è, il 95% no, e lui lo sa bene. Ma non ve lo dice mica. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

Smentisco che ora ci sia una ‘fuga’ dai titoli italiani: ci sono piuttosto operazioni su futures e cds e ad agosto, quando i mercati sono più sottili, bastano anche piccoli movimenti per dare fluttuazioni di prezzo. Quanto allo spread, è influenzato da vari fattori: il rallentamento dell’economia e una maggiore incertezza sul futuro che spinge gli investitori su titoli più sicuri.

Quelle che Tria chiama “operazioni su futures e cds” sono equivalenti, se non peggio, in pericolosità per il nostro Tesoro di una ‘fuga’ dai titoli italiani, soprattutto di fronte alle Agenzie di Rating, che sono poi quelle che ci possono far precipitare con voti negativi alla nostra economia. Il Ministro poi ammette che ci sono problemi di spread perché l’Italia soffre di un “rallentamento dell’economia e una maggiore incertezza sul futuro che spinge gli investitori su titoli più sicuri”, cioè precisamente i due motivi strutturali principali per cui i Mercati ‘fuggono’ dai nostri titoli ormai da mesi. Quindi prima mistifica e poi anche si contraddice quando minimizza la ‘fuga’ dai titoli italiani. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

L’antipasto di flat tax dovrebbe prendere la forma di un aumento delle soglie per il regime forfettario. Allo studio c’è il raddoppio dell’attuale tetto massimo di 50mila euro d’introiti sotto il quale partite Iva, professionisti e artigiani possono già oggi accedere a una tassa piatta, nella forma di un’imposta sostitutiva del 15 per cento. Il costo della misura sarebbe di 1,7 miliardi di euro. E le coperture devono arrivare da un riordino profondo delle tax expenditures, che finora non è stato fatto perché è realizzabile solo se accompagnato da una riduzione delle aliquote generali. Oltre alle agevolazioni e alle esenzioni fiscali, in discussione c’è anche il bonus Renzi da 80 euro che va rivisto con la garanzia che nessuno perda nel passaggio dal vecchio al nuovo.

Srotoliamo sta matassa. Il primo assaggio dei promessi tagli alle tasse avverrà, di fatto, ampliando il numero d’imprese italiane (specie quelle piccole) che potranno beneficiare di una tassazione fissa (flat tax appunto) al 15%. Nelle casse dello Stato, dice il Ministro, entreranno 1,7 miliardi in meno. Buona notizia no? Una quota d’italiani risparmierà 1,7 miliardi. Purtroppo però lo Stato andrà poi a ripescare quei soldi dalle tasche di un’altra quota d’italiani, coloro che beneficiavano di tagli alle tasse attraverso quella che il Ministro chiama la “tax expenditure”, che tradotta è la somma delle detrazioni ed esenzioni fiscali (o bonus alla Renzi) concesse a vari cittadini o aziende. Quei benefici saranno ridotti per permettere al governo di pagare l’inizio di flat tax. Ma poi Tria, che trucca i tavoli ma non è del tuto scemo, ci rassicura che la mannaia sulla “tax expenditure” arriverà solo quando un po’ tutti pagheremo un pelo in meno di aliquote. Quindi ecco il giochetto finale: gran sconto di flat tax per 5 soldi ai Signori Marco e Claudia, con però 5 soldi che scompaiono dalle tasche dei Signori Giulio e Franca in termini di detrazioni/esenzioni sparite, ma solo quando tutto il condominio dovrà sborsare un po’ meno tasse. Ma che ginepraio è? E soprattutto chi ci garantisce che alla fine al netto il Ministro non ci tassi di più degli sconti che ci offre? IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

Poi alla voce misure che producono entrate c’è anche la pace fiscale. Le ultime stime si attestano intorno ai 3,5 miliardi di entrate che servirebbero a coprire, l’anno prossimo, il costo dei primi passi della flat tax e anche la nuova tipologia di centri per l’impiego.

Di nuovo, il teorema di Tria è sempre il medesimo: poiché siamo uno Stato non sovrano e non abbiamo nessuna libertà di arricchire i cittadini senza prima andargli a pescare in tasca con tasse in una forma o l’altra, allora prima di dare ricchezza agli italiani dobbiamo andarla a pescare da altri italiani con tasse da condono. In atre parole: qualsiasi italiano che riceverà 2 denari di benefici, ne godrà a spese di un altro italiano che ha dovuto sborsare 2 soldi di tasse attraverso un condono (pace fiscale). Qui il punto non è se sia giusto o meno perseguire gli evasori: il punto è il solito trucco contabile di Tria dove nulla si è aggiunto come dono al netto ad aziende e cittadini italiani nel loro complesso (cioè senza che qualcosa sia stato tolto da qualche altra parte), perché come sappiamo l’assioma sovrano recita che solo la spesa di Stato che non viene da tasse aggiunge ricchezza netta, cioè vera, al Paese. Il Ministro insiste quindi nel GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

Tornando alle coperture, l’altro grande capitolo è la spesa corrente. Il congelamento è complicato ma occorre andare in quella direzione. I tagli servono, ma non saranno su sanità, scuola e ricerca. Il percorso di riduzione del debito non è messo assolutamente in discussione. Per superare la sfiducia dei mercati finanziari bisogna dimostrare di avere un’economia che cresce.

Ancora clamorose conferme dei giochi di prestigio che Tria fa con le parole. Ammette che nel futuro ci sarà addirittura un “congelamento” dalla spesa di Stato, cioè ancora tagli (non su Sanità, Scuola e Ricerca… vorrei vedere, sarebbe come tagliare la protesi a un amputato, nda). E questo perché va ridotto il debito, che per definizione è spesa di Stato. Peccato che il debito dello Stato sono soldi che matematicamente si traducono in crediti netti di cittadini e aziende, ad es.: lo Stato paga stipendi pubblici proprio emettendo debito, ma quegli stipendi sono i crediti dei cittadini stipendiati; oppure: lo Stato taglia tasse alle aziende e così aumenta il debito, ma quelle tasse in meno sono crediti per quelle aziende. Quindi il proposito di “congelamento” dalla spesa di Stato significa in automatico congelare l’emissione di ricchezza per cittadini e aziende italiani, che oggi ristagnano senza crescita. Ma Tria afferma che è proprio questo velenoso progetto che creerà crescita, per ottenere poi la fiducia dei Mercati. Una contraddizione aritmetica da terza media. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

Per quanto riguarda il confronto con Bruxelles, sono fiducioso sulla possibilità di evitare una correzione che frenerebbe troppo la crescita.

Per chi ha letto i Trattati europei vincolanti, Bruxelles, anche senza le sue minacciose “correzioni”, impone per definizione regole che sono ‘chemioterapie’ di qualsiasi crescita significativa. E’ il New York Times a ricordarci che dal 2015 le già modeste crescite dell’Eurozona sono da attribuire in buona parte alle disperate iniezioni di liquidità della BCE (il famoso QE di Draghi) e non a ricchezza veramente prodotta dai nostri Stati. Draghi ci ha addirittura ‘truccato i conti’ per circa un terzo di ogni crescita dell’Eurozona per tre anni! Se era solo per le regole di Bruxelles oggi saremmo un continente alla disperazione economica. Il Ministro dà la falsa impressione che sia ok stare sotto le regole dell’Eurozona, a patto che non ci siano imposte “correzioni. Ci truffa. IL GIOCO DEI 3 BUSSOLOTTI = ABBINDOLARE.

Conclusione:

La politica dei 3 bussolotti già ampiamente annunciata da Giovanni Tria porterà all’elettorato giallo-verde solo delle ombre, delle imitazioni, degli ritagli di quanto il Contratto di governo prometteva, ma spacciati per grandi progressi grazie alle sue furbe mossette per abbindolare. Questa è una certezza. Ma posso contemplare che per tutti gli elettori di quello che io chiamo #ilgovernodelmegliodiniente vada anche bene, perché ok, come dicono i ferraresi “piuttost che nient, l’è mei piuttost”. Ma una cosa sia chiara:

VERO LAVORO, VERA CRESCITA E VERI DIRITTI SONO SOLO A MONETA SOVRANA, il resto è sofferenza o una penosa litania di “piuttost che nient, l’è mei piuttost”.