[Paolo Barnard]

UN GORGO IN CUI PERDIAMO TUTTI, MENO I DUE BASTARDI.

 

E sono sempre loro a vincere, e voi li fate vincere. Ma in questo caso la cosa grottesca è che li fate vincere mentre voi vi assegnate una piccola vittoria. Buffa la vita.

Chi vince sempre sono Mark Zuckerberg di Facebook e Sundar Pichai di Google, e ti pareva? Da quanto vi dico che sti due, assieme a Jeff Bezos di Amazon, si sono pappati il pubblico del mondo? E poi ancora non avete visto nulla di ciò che hanno in serbo. Ma qui il tema è specifico.

C’era una volta la stampa… Vabbè, oggi abbiamo il Web che ormai ha sbaragliato tutto. Quindi gli editori delle news sono costretti a stare nel Web. E allora ecco che arrivano i due solerti Zuckerberg e Pichai con tanto di salamelecchi a offrirgli spazi dove rilanciare le news dei grandi quotidiani. Bene. Gli editori non hanno nessuna scelta, perché stare fuori dalla Rete significa scomparire. E accettano le offerte di Facebook e Google di spazi dedicati e appositamente creati per ospitare i loro articoli e reportage, ma li accettano con l’ovvio intento di aumentare i lettori, gli abbonati e gli incassi da pubblicità. Ok?

Ma, ci racconta il Financial Time anch'esso vittima di ciò che dico sotto, le cose stanno andando disastrosamente per i quotidiani, per l’informazione, e anche per i lettori (per motivi che dico dopo). Ma vanno da Dio per Facebook e Google. E ti pareva?

Cosa succede? Bè succede che i lettori, voi, dopo anni di ste finestre pubblicitarie pop-up rompicazzo, o messi di fronte a un articolo online con attorno 200 spot che danzano, si sono rotti il cazzo e le ignorano, le cliccano via ecc. Si tratta di una vittoria del consumatore, certo, ma solo momentanea. Questo ovviamente viene registrato da agenzie specializzate, che poi diranno a Toyota, a Nestlé o a Chanel ecc. che i loro spot per cui pagano salato sono cestinati in numeri enormi o ignorati. E allora le aziende hanno ridotto di molto gli spot, ma soprattutto oggi sono disposte a pagare molto di meno per la medesima pubblicità.

E in questo modo i proventi pubblicitari dei giornali, che si erano fiondati a farsi rilanciare da Facebook e Google, sono crollati. Nel 2016 tutta sta baracca di Zuckerberg e Pichai gli ha fruttato neppure il 15% dei profitti, e non il salto del 150% che speravano, date le immense platee dei due giganti del Web. Ohi ohi! perché già la pubblicità di sti quotidiani era precipitata negli anni precedenti e quindi quello sputacchio di incasso li fa piangere ma soprattutto rischia di fargli chiudere baracca e burattini. E peggio…

… perché una delle agenzie di monitoraggio di cui parlavo, Digital Context Next, gli ha dovuto infierire un altro colpo al cuore: neppure Youtube e simili gli generano soldi in pubblicità. La fregatura diventa ancora più bruciante per i big della stampa mondiale, italiani inclusi, quando scoprono poi che la trappola di Zuckerberg e Pichai è esattamente questa:

Facebook e Google, sbandierando il rilancio online delle news dei quotidiani, hanno fatto fioccare oceani di utenti sulle loro due piattaforme, solo che poi sti utenti, la gggènte, tipicamente stanno 4 secondi sulle news del quotidiano, e rimangono però drogati da Zuckerberg e Pichai e stanno 4 milioni di ore su Facebook e Google, che a quel punto incassano una marea di spot pubblicitari. Ed è così che oggi sono di fatto diventati i monopolisti mondiali della pubblicità online. In USA se ne pappano il 75%, mica scherzi.

E alla fine arriva l’inchiappettata anche per noi pubblico, perché col crollo dei proventi pubblicitari delle news in rete, verrà anche l’impoverimento, riduzione di qualità, o addirittura in alcuni casi la sparizione delle notizie e dei reportage online. Insomma…

… è un gorgo in cui ci perdono tutti, i media, il pubblico, anche le aziende, e ci guadagnano solo loro, i due bastardi. Facebook e Google.

Volete la paginetta con fotina, i like, le amicizie e le cazzate? Avete lasciato che rimanesse di fatto un unico motore di ricerca al mondo che è poi un sub ufficio della CIA/NSA? Baci.