[Paolo Barnard]

DOVE STA IL LIMITE, NOAM?

 

In queste ore travagliate per me, sono roso dall’ennesimo scontro email con Noam Chomsky. Ed è “pivotal”, cioè essenziale.

La domanda è: dove tiri una riga morale oltre la quale anche una figura storica comunemente conosciuta come ‘Illuminata’ diventa inaccettabile? Spiego.

Noi umanitari – almeno io credo che chi mi legge sia un’anima umanitaria – mai accetteremmo un Henry Kissinger come materiale di studio e di istruzione dei giovani. Cristo, è uno dei peggiori criminali internazionali della Storia, un apologista della camere di tortura e delle fosse comuni. Ma attenti. Lo è per noi. Per una montagna di altra gente, Kissinger è uno statista imprescindibile, il salvatore della pace mondiale negli anni ’70 e ‘80. E quindi alla Bocconi, per fare un esempio, darebbero le milze per averlo a fare una Lectio Magistralis agli studenti, per tantissimi Kissinger rimane un ‘Illuminato’. Per noi è inaccettabile.

Ora, accade che un mio lontano conoscente d’immenso calibro, il Prof. Norman Finkelstein, l’eroe accademico figlio di vittime dell’Olocausto che ha dato vita e carriera – distrutte – per difendere i palestinesi, oggi raduni manciate di studenti a New York per insegnare la materia di ‘Libertà di Parola’. Non è cosa da poco nel deformato mondo del Politically Correct di cui io parlo, malissimo, da anni. Solo che Finkelstein ha messo in curriculum, e l’ha messo come imprescindibile, John Stuart Mill, l’autore del celeberrimo ‘On Liberty’.

Ma John Stuart Mill fu, come accennato nell’articolo precedente, un entusiasta sostenitore di quella che lui definì l’illuminata, celestiale, umanizzante conquista da parte della Suprema Gran Bretagna delle Indie. Credo che lo sappiate, ma in termini di sterminio d’innocenti, di barbarie e di atrocità, la conquista da parte della “Suprema Gran Bretagna” delle Indie è seconda nella Storia moderna solo all’orrore di Mao in Cina. Le stime oggi più attendibili parlano di 29 milioni di indiani sterminati dai Britannici nell’era coloniale.

Ed ecco che ieri notte, fra pene fisiche e peggio, scrivo a Noam Chomsky e gli dico letteralmente questo: “Noam, anche tu lo sai bene cosa disse Mill delle colonie britanniche genocide in India. Norman (Finkelstein) oggi annuncia corsi accademici sulle libertà in cui avrà preminenza “l’imprescindibile” John Stuart Mill. Non ci vedi una contraddizione morale?”.

Chomsky mi risponde: “Norman è un accademico attento e bravo. Mill non era un Dio. Fu una figura complessa con diverse facciate”.

Io gli ho risposto: “Certo, non era Dio, ma un apologista di genocidio sì. Dove tiriamo una riga morale quando si tratta di scegliere il materiale da insegnare ai giovani?”. Noam, che di solito non si ferma con me se non dopo 10 o 25 mail di fuoco, zitto stavolta.

E’ un ritornello per me questo, stessa storia di Ed Snowden. Dove tiriamo una riga morale con figure del genere? Snowden ha fatto una cosa eroica, ha pagato salatissimo, ma è un eroe? o è solo un ex complice consenziente dei criminali di massa internazionali CIA/NSA che si è finalmente pentito? una specie di pentito di mafia... non di più. Dove tiriamo la riga?

Così come io mi troverei in vero e grave imbarazzo a dover presentare Snowden a una conferenza come ‘un eroe dei diritti civili’, visto che oltre tutto assisteva agli stermini d’innocenti del programma Drones di Obama zitto e pagato, allo stesso modo se fossi al posto di Norman Finkelstein mi troverei in vero e grave imbarazzo a portare come materiale di studio sulle libertà un uomo, John Stuart Mill, che elogiò come sublime missione un'impresa coloniale-sterminio che poi arriverà a uccidere 29 milioni d’innocenti. E allora, possibile che un gigante morale come Noam Chomsky questo non lo veda? Oppure ho torto io?

Sono serio, vorrei risposte. Non mi considero un Vate. Forse non vedo qualcosa, forse machiavellicamente la saggezza sta nel pescare il meglio anche da un apologista di genocidio, se qualcosa di prezioso c’è in lui, e non rigettarlo per principio come farei io. Allora però perché non Henry Kissinger? Perché non Mussolini? Lo sappiamo bene che solo gli infanti possono sostenere che nulla, ma proprio nulla di buono, ci fu in Kissinger e Mussolini.

Dove tiriamo la riga?