[Paolo Barnard]

SCHEGGE DI BELLO NELLA VITA. MAI FATTA UNA COLONSCOPIA? ERNIA?

 

Va interrotto ogni tanto questo Tsunami di orrori di cui ci nutriamo scrivendo e leggendo giornalismo. E vanno raccontate piccole schegge di bellezza nella vita. Avete mai fatto una colonscopia? Mai operati di ernia inguinale?

Io ho fatto due colonscopie in anni differenti (non sedato per mia scelta, sono un folle lo so). E sono stato operato di ernia inguinale alcuni anni fa. Mio padre, morto a 93 anni, quando ero ragazzino fu operato di ernia inguinale. Ok.

La mia prima colonscopia. Arrivai in sala endoscopia e m’informarono che l’esame richiedeva la dilatazione di tutto il colon pompando aria, poteva essere doloroso. Vuole essere sedato? Io: no. Ok. Mi dicono che l’esame non è a zero rischio, complicanze varie. Ok.

Inizia, bè non è esattamente come fare sesso… ma a un certo punto una pompata d’aria mi fa partire un’ansa del colon (che nei magri è spesso attorcigliato) e sta ansa a momenti si spara fuori dalla mia pancia e schizza sul soffitto. Mi parte un urlo inumano, ma per fortuna che un’infermiera – da allora in poi da me chiamata ‘La Mike Tyson’ – indovina dove sta l’ansa e con un pugno potente me le ricaccia dentro. Solo 4 secondi più tardi e svenivo sul lettino. Poi st’aria mi diede anche altri problemi.

Il fatto è che a esame finito, l’aria è ancora tutta in te, e sta bastarda non si fa sentire subito. Esci te ne torni a casa e mentre sali le scale inizi a sentirti di nuovo come se avessi Alien che vaga nella tua pancia…. Altro dolore, pressione, ti pieghi in due, non sai dove metterti, scancheri, finché st’aria finalmente non trova la via d’uscita… Conclusione: no, proprio una bella esperienza non fu.

La mia seconda colonscopia di recente: tutto come sopra all'inizio, e io gli racconto della famosa mia ansa del colon che a momenti mi partì per un volo sul soffitto e li prego di andar piano con l’aria. Un infermiere mi dice: “Ma non si usa più l’aria, usiamo una nuova miscela di gas con azoto, che dilata con meno irruenza e che viene riassorbita al 98% dal corpo”. Ma va? Faccio l’esame, sempre non sedato per mia scelta con loro che mi dicono che sono un Marziano, male sì, ma non da urlare, almeno per me. La cosa straordinaria però è il dopo. Niente Alien da espellere, niente dolori, niente fastidi per ore. Grande sta miscela!

Oggi di colpo ho pensato: ma chi cazzo un giorno si è messo in un laboratorio a pensare come sostituire l’aria nelle colonscopie con una nuova miscela? Chi è quel Santo? Chi è quell’umile scienziato che magari ci ha messo anni a trovare la miscela giusta? Che poi l’ha trovata, non ci ha cavato un Nobel né milioni, ovvio, perché un ansiolitico lo comprano decine di milioni di persone ma quel gas si usa solo per i pochi che si fanno quell’esame… chi è sto tizio magico?

E me lo sono immaginato. Magari è un ricercatore olandese, uno basso, pelatino, che nessuno conosce, ma che ha dedicato se stesso e la sua testa a pensare a un dettaglio così, per migliorare la sofferenza di chi si deve far infilare una sonda su per l’intestino. Ripeto, non ci guadagnava fama, soldi, prestigio, ma ci si è dedicato, per noi. Ma che bella cosa!

Che bello che nel mondo ci siano persone anonime che, anche fuori dalla classica sfera dei buoni missionari in Africa o nelle guerre, persone che semplicemente nel loro mestiere pensano una mattina “Cazzo, sti poveracci delle colonscopie, con st’aria maledetta… Dai, m’invento qualcosa per farli stare meglio”. Che bello, c’è gente così al mondo. Grazie!

Poi c’è l’operazione per l’ernia inguinale. Ricordo benissimo, avevo 14 anni, mio padre si fa l’ernia a Bologna, non in un ospedale tenda in Sudan, quindi Medicina già moderna. Allora: ricovero, a letto per 2 giorni prima, poi l’intervento, e dopo l’intervento un calvario. Il ‘paziente’ non può mangiare, bere, stia immobile. Il taglio va medicato, un male cane tutte le volte, tutta la famiglia lì a turni perché il ‘paziente’ deve stare fermo e in qualsiasi cosa va aiutato. Mio padre esce dopo qualche giorno distrutto, denutrito, per una banale ernia.

Paolo Barnard un pomeriggio di pochi anni fa si allena in bici e fa uno scatto di 100 m. Ahi! Cazzo, fitta all’inguine. Sotto la doccia mi guardo e c’è una bozza che sporge nell’inguine, cazzo, cazzo! Ernia uscita. Chiamo uno dei miei grandi Clinici ammalati (si veda art precedente), il prof. Francesco Sartori massimo chirurgo toracico italiano che sta a Padova. Francesco mi fa: dai vieni qui ti sistemiamo. Faccio tutto senza favoritismi, USL come tutti.

Ecco l’operazione di Paolo Barnard. Arrivo a PD alle 7,30 di un giorno. Alle 8,30 dello stesso giorno sono in sala operatoria. Alle 13,30 ero in una piazza di Padova col sole a prendere cappuccino e brioche. (Pausa per ridere: mi fanno l’epidurale, ok?, io sono sul lettino sveglio e parlo col chirurgo che mi sta aprendo, e io di colpo tiro su la testa e dico “Dai fammi vedere la mia pancia aperta!”… ma così facendo contraggo gli addominali e tutta l’equipe fa un urlo “Checcccazzzo faiiiii?”. Mi ricordo il chirurgo che si girò calmo vero l’anestesista e fece un cenno…. Non ricordo più nulla. Mi spedirono in cielo con un ‘perone’ di anestesia perché non rompessi più i coglioni….. ahahahahahhahah! Vabbè, torno al punto).

Ho detto che arrivo a PD alle 7,30, alle 8,30 sono operato, alle 13,30 ero in una piazza di Padova col sole a prendere cappuccino e brioche. E pensavo a mio padre… Cos’era cambiato?

Stessa storia di sopra. Stesso tizio anonimo che in un lab anonimo una mattina di era messo a studiare il modo di rendere meno penosa anche un’operazione da poco come l’ernia inguinale. Si era inventato, sto genio, una retina fatta di materiale super High-Tech che il chirurgo applica sopra al muscolo aperto attraverso cui si fa rientrare il pezzo d’intestino fuoriuscito, e questa rete non solo oggi impedisce le recidive nel 98% dei casi, ma addirittura piano piano si trasforma in cane umana! Essa permette all'operato l'immediata autonomia e libertà. Un genio, nessuno sa chi è, non ha il brevetto, non ha un Nobel, ma milioni di sfigati come me oggi fanno l’ernia alle 8,30 e 5 ore dopo sono in piazza a fare colazione. Mio padre prima di sto anonimo Santo: giorni di agonie e tutta la famiglia attorno.

Bè, morale della favola, sul serio. Pensiamo ogni tanto anche alle schegge di bellezza della vita ordinaria. C’è gente così la fuori, umile, non diventa potente, ma una mattina pensa a come rendere la vita migliore a milioni di persone comuni, e ci spende anni su questo. Sapete, sovente c’è gloria e denaro per chi fa le grandi immense e storiche scoperte della Medicina. Ma non per questi dottor nessuno che invece pensano a noi, al nostro bene, e nessuno di noi mai gli dirà grazie, nessuno di noi manco saprà chi cazzo sono.

Diciamo tutti in coro: grazie a voi anonimi amici, schegge di bellezza in questo infermabile Tsunami di orrore liquido che è la vita.