[Paolo Barnard]

SALVATEVI. ROTHSCHILD NON E’ PADRONE DEL MONDO. I GOVERNI LO SONO.

 

Nell’immaginario di tanto pubblico c’è un errore tragico, che peraltro devasta le reali possibilità delle opinioni pubbliche di migliorare la propria vita. Si pensa, infatti, che gli agglomerati della ricchezza privata siano padroni del mondo. I Rothschild! le multinazionali! i big media! Balle. Non lo sono. Ci provano a esserlo, eccome che ci provano e con ogni sorta di lobby, ricatto, corruzione. Ma la verità fondamentale rimane questa:

I GOVERNI GLIELO PERMETTONO. MA, SE VOGLIONO, I GOVERNI SONO ANCORA I PADRONI DEL MONDO. E QUESTO PUO’ ANCORA SALVARE NOI PERSONE.

Chiedetelo alla GlaxoSmithKline, quel tirannosauro da 24 miliardi di dollari all’anno, tutti in farmaci.

Domanda: perché questa nozione è di FONDAMENTALE importanza da tenere a mente? Perché i governi sono sempre dipendenti dalle opinioni pubbliche, anche se queste troppo spesso se lo dimenticano per viltà. Se ne deduce, senza ombra di dubbio, che se è vero, ed è vero, che ancora i governi sono i padroni del mondo, e se è vero, ed è vero, che essi risponderebbero alle opinioni pubbliche se queste si facessero sentire, allora è vero che l’uomo e la donna della strada hanno il potere ultimo, in realtà. Solo che come detto prima non lo vogliono esercitare, e oltre tutto, sempre come detto prima, s’immaginano che il padrone del globo è Rothschild, cioè il potere privato. NO! NON LO E’!

Mi tocca sempre ripetermi, e stando solo un secondo col quarto Barone Rothschild, Jacob, bè, sto tizio è di certo potentissimo, ma neppure lui è riuscito a bloccare la mano dei politici, quando nel Trattato sovranazionale che creò la BCE, cioè il TFEU, scrissero quel codicillo maledetto che mette nelle mani della BCE il potere di bloccare qualsiasi mega banca in Europa. Il codicillo si chiama Risk Control Framework.

Troppo complicato dirvi come funziona, ma state certi che le mega banche qui in Europa hanno oggi una mina in pancia che le può far saltare da un momento all’altro per volere politico, ma poi anche in USA per leggi diverse. Il quarto Barone Jacob di certo può influenzare Mario Draghi, ma il bottone rosso non ce l’ha. Ora domande delle domande: chi può riscrivere quel codicillo? I governi. E chi elegge i governi in Europa? Ok, ci siamo capiti (bè non in Italia da un po’ di tempo a sta parte, noi dobbiamo sempre fare la nostra figuretta…).

E qui torno sia alla GlaxoSmithKline, che all’assunto fondamentale di prima: I GOVERNI SONO ANCORA I PADRONI DEL MONDO.

La storia che segue lo conferma in modo spettacolare. Tutto parte da un Tweet di Bernie Sanders, l’ex candidato alla Casa Bianca, che in sti giorni si è messo a bersagliare i giganti del farmaco. Bernie si sveglia la mattina e scrive un Tweet dove critica ad esempio la multinazionale Eli Lilly, e le azioni di questa crollano. Qualche giorno fa ha sparato contro la GlaxoSmithKline e di nuovo crash in Borsa di questa, ma su Glaxo è la storia che c’è dietro che è forte, e che vi ho ricostruito per il tema in oggetto.

La Glaxo è un colosso, abituata a fare il bullo nel mondo da sempre. Si presenta ai governi, agli amministratori sanitari, ai singoli medici, e corrompe, impone terapie, ma fa anche di peggio, come tutte le sue colleghe multinazionali. Allora un bel giorno la Glaxo arriva in Cina, alè, mazzette di qua, regali di là, i suoi dirigenti fanno e disfano, come sempre. Ma a Londra il N.1 della Glaxo, Andrew Witty, fa l’errore della sua vita, cioè non studia geopolitica, e non si accorge che la Cina sta cambiando immensamente.

Xi Jinping, il Presidente, non scherza per un cazzo. E allora ecco che iniziano i guai. Tutto parte dal whistleblower di turno, un anonimo hacker che spedisce sia al governo di Pechino che a Witty a Londra delle mail con una storia di corruzione da parte della Glaxo in Cina che fa vomitare.

I top manager del colosso inglese in Cina pagavano mazzette ad amministratori, a medici, attraverso prestanome in agenzie di viaggio, se la spassavano con prostitute, e tutto a spese degli ammalati come al solito. E qui la forbice si divarica. Mentre gli uomini di Xi Jinping quatti quatti si leggono le mail, quel fesso di Witty e il consiglio d’amministrazione a Londra se ne fottono, anzi. La Glaxo prova di tutto per insabbiare la cosa, assolda un investigatore privato per depistare le prove, e non smette affatto di corrompere, anzi, corrompe per comprare il silenzio dei cinesi. Bene, bravi, e adesso inizia la festa.

Sono le 5 del mattino di un giorno d’agosto del 2013, le porte dei lussuosi appartamenti dei top manager della Glaxo a Shanghai o Pechino vengono sfondate, gli inglesi gettati a terra e scaraventati in pochi minuti in fetide celle, fra cui il notorio palazzo 803 dove vengono interrogati i dissidenti. La notizia arriva a bomba a Witty a Londra, panico totale.

I cinesi di Xi Jinping non scherzano un cazzo, le prove ci sono ancor prima di interrogare sia i manager che l’investigatore privato britannici, poi le confessioni degli arrestati vengono trasmesse in Tv, live. Le prove sono così schiaccianti che Witty piega immediatamente la testa con una conferenza stampa dove letteralmente, sto ultra potente amministratore di un gigante mondiale, bela pietà e scuse.

Conseguenze: 500 milioni di dollari di multa alla Glaxo; espulsione di alcuni manager fra sputacchi pubblici, e altri a marcire in galera; la Glaxo corre sudando ghiaccio a riscrivere tutti i suoi codici di condotta in Cina, e abbassa i prezzi dei suoi farmaci per Pechino; gli altri colossi mondiali come Pfizer o Novartis immediatamente ripuliscono i loro affari con la Cina; ma non finisce qui. Microsoft drizza le orecchie perché messa sotto inchiesta dai cinesi; Disney trema; la Apple corre ad autodenunciarsi per evasione fiscale in Cina; ma peggio…

… sull’onda del pugno duro del governo cinese, anche quello americano ha trovato la forza di prendere a calci in culo i super colossi del farmaco, come Pfizer, Eli Lilly, e di nuovo la Glaxo che si è vista arrivare un verbale da Washington della bellezza di 3 miliardi di dollari per condotte improprie. Bè, penso che Andrew Witty sia passato nell’arco di pochi mesi dal tronfio ‘Rothschild del farmaco’ a una pecora zoppa che suda freddo la notte, e, come lui, altri amministratori delegati delle più potenti multinazionali del mondo.

Ora, si faccia attenzione. Uno potrebbe argomentare che la Cina è ormai un tale mostro di potere che, assieme agli USA, il suo governo si può permettere di sottomettere anche l’imperatore dell’universo. Ma no, sbagliato. Anche la Svezia poteva fare esattamente ciò che ha fatto Pechino, e per due motivi chiari.

1) Oggi se gli scandali vengono resi pubblici, e intendo nei Paesi veri non ovviamente nelle terre di Totò e Peppino, vanno a impattare mostruosamente sugli investitori che non ci pensano un attimo a fottere le mega aziende o le mega banche in Borsa. Vi ho detto cosa fa Bernie Sanders la mattina su Twitter, e i risultati.

2) Con sovranità monetaria il governo della Svezia, come la Cina, non teme il ricatto economico tipico della multinazionale, che è “se mi tocchi ritiro gli investimenti”. Semplicemente perché non esiste al mondo un potere economico di alcun tipo che possa avere il potere di fuoco di una Banca Centrale in coordinamento col Ministero del Tesoro. Ripeto: in condizioni di sovranità monetaria, una Banca Centrale di un Paese benestante può, schiacciando un bottone, distruggere in un pomeriggio la rivalità di Apple, Microsoft, Volkswagen, JP Morgan, Goldman Sachs e Toyota messi assieme.

Quindi un governo che LO VOLESSE, POTREBBE SCHIACCIARE QUALSIASI ROTHSCHILD DI QUALSIASI POTERE PRIVATO. PUNTO.

Perché non lo fanno più spesso? Troppa poca pressione dalle opinioni pubbliche, cioè dagli inconsapevoli Imperatori del mondo. E allora possiamo forse prendercela col quarto Barone Jacob Rothschild? Macché, siamo noi, fessi vili orde di ebeti che sediamo su una miniera d’oro e pensiamo che sia un bidè.

Darei una gamba per potermi filmare stasera a braccetto con Jacob mentre vi cantiamo “Cogliooooni, cogliooooni, cogliooooni del buco del cul, vaffancul vaffancul!!!!!!” e finale a pernacchie.