[Paolo Barnard]

IL VERO POTERE 2.0 (ROUSSEAU 2.0). JAMMING LDLD.

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E’ stato l’altro giorno quando ho pensato alla faccia di Marcel Proust di fronte a quell’editore che gli sputò “La sua Alle Ricerca del Tempo Perduto è una porcheria inpubblicabile”. Proust aveva rivoluzionato la letteratura del suo tempo, ma fu stroncato perché non era definibile entro uno schema. Poi, subito dopo, quando ho pensato alla faccia di Michelangelo che stava sulla scala a scolpire il David, e due Maggiorenti di Firenze si avvicinarono per imporre allo scultore il loro controllo sull’opera. “Nooo, il naso, il naso è fatto male. Deve assottigliare la parte destra, suvvia, è evidente”. E Michelangelo scese dalla scala, guardò l’opera da sotto, poi si chinò a raccogliere lo scalpello, ma nel farlo si prese in segreto un pugnetto di polvere di marmo in mano; risalì la scala e tic… tic… tic… tic… si sentiva da sotto, mentre lui fingeva di eseguire la modifica facendo cadere dal pugno della mano un filo di polvere di marmo. “Ah! Ecco, adesso va meglio”, sentenziarono i due e se ne andarono. Michelangelo andava controllato, Firenze e la Chiesa temevano il suo potere creativo. E’ stato, ancora, pensare al volto di Ivan Illich quando fu richiamato a Roma dal Vaticano, perché la vulcanica produzione di pensiero di quest’uomo stava mandando all’aria il Centro Intercultural de Documentación in Messico, che nelle intenzioni del Papa doveva servire il Potere, le Corporations (e quel genocida di J.F. Kennedy) formando missionari compiacenti da seminare in America Latina, e non certo seguire Illich che l’aveva creato e il cui verbo andava ferocemente nella direzione opposta a quella degli alti prelati. Bè, è stato con questi pensieri che mi è venuto in mente uno scorcio del Vero Potere che non avevo considerato a sufficienza, il 2.0, come amate dire oggi. E si parte dal seguente enunciato, leggete bene:

Il bene supremo della specie umana è la sua libera illimitata capacità Creativa. Essa la distingue dagli animali, che rispondono a impulsi interni o a stimoli esterni e null’altro. E perciò qualsiasi sistema che limiti, codifichi, o inibisca la libera illimitata Creatività umana è da considerarsi illegittimo, va ripudiato come tirannico, e può esistere solo se è in grado di dimostrare la sua giustezza di fronte ai popoli”.

Pensate bene all’oceanica portata di queste parole. Ci dicono che noi cittadini abbiamo il diritto di abbattere qualsiasi sistema politico, istituzionale, militare, culturale che osi porre limiti alla dote degli individui di esprimere e agire secondo la loro Creatività libera, illimitata. E ditemi: quale Stato, ordinamento giuridico, o società strutturata accetterebbe oggi questo dogma? Esso è portentoso e soprattutto sovversivo fino all’inverosimile, varca di cento miglia le Costituzioni facendole sembrare brodini tiepidi di diritti. Esso è Usain Bolt trasformato in pensiero, perché straccia sulla linea del traguardo di un metro qualsiasi purosangue dell’intelletto moderno. Non ho memoria di nessun intellettuale contemporaneo che si sia spinto fin lì in pubblico oggi.

Bene, sapete chi le ha pronunciate quelle parole esplosive? Un ‘babbione’ filosofo che ci fanno studiare al liceo mentre sbadigliamo, col solito prof. passacarte che dice alla classe “Rousseau da pag. 78 a pag. 102, e giovedì interrogo”. Sì, il prodigioso sovversivo di quelle parole fu Jean Jacques Rousseau, qualcosa come 230 anni fa, nel suo Secondo Discorso sulla Diseguaglianza. E il Vero Potere le udì, e ancora oggi le teme, a morte.

CREATIVITA’ illimitata del pensare e agire, assieme alla RADICALITA’ delle idee (di cui ho trattato ampiamente) sono in ASSOLUTO i due nemici mortali del Vero Potere. Se poi ci aggiungiamo, come suggerì il filosofo francese, anche il diritto di distruggere ogni sistema che inibisca CREATIVITA’ e RADICALITA’, arriviamo all’apogeo di terrore nei Potenti. Come ho documentato nel caso della RADICALITA’ delle idee, sono almeno 140 anni che il Vero Potere ne sente il terrore, e circa 40 anni fa esso codificò le strategie per disintegrare, per far svanire, la RADICALITA’ delle idee anche nel più sinistrorso buco rimasto in Occidente, con successo totale. Ma non avevo posto abbastanza l’accento sulla medesima opera di controllo feroce del Vero Potere sulla CREATIVITA, cioè l’altro aculeo mortale di cui esso ha terrore. Gli esempi iniziali di Proust, Michelangelo e Illich li ho messi per dire fin da subito che il sistema di controllo delle menti libere creative non è prerogativa dei padroni del mondo di oggi, esso è sempre stato, certo. Ma nella nostra epoca questo controllo sulla libera CREATIVITA’ è ‘CHEMIOTERAPICO’, ce lo troviamo devastante ovunque e a livelli capillari, che il Vero Potere ha studiato con la sua solita ammirevole genialità repressiva. Ergo eccovi il Vero Potere 2.0, il cui controllo sulla libera CREATIVITA’ io divido in due categorie:

A) Il controllo della Creatività in senso ESPANSIONISTA

B) Il controllo della Creatività in senso RIDUZIONISTA

Nessuna paura, vi scrive il vostro Barnard, quello che parla alla nonna, sarò semplice e non lunghissimo.

Il controllo della Creatività in senso ESPANSIONISTA è quando il Vero Potere dà al cittadino l’illusione che esistano luoghi di assoluta libera espansione della Creatività. La moda, il rock, pop, punk, danza, la pittura e l’arte in genere, l’intrattenimento Tv, il cinema, lo sport, sono alcuni esempi che mi vengono in mente. Bè, è ovvio: tutto ciò che è show business, cioè intrattenimento, cioè effetti visivi, è INNOCUO per definizione, e questo il Vero Potere lo sa benissimo. Il motivo è che il Vero Potere ha perfettamente capito che qualsiasi pericolosa deviazione CREATIVA dalla narrativa ufficiale che però avvenga in queste categorie, non solo non porta a un accidente di azione concreta successiva, ma anzi, per le caratteristiche di catarsi energetica-emotiva concentrata nell’arco di poche ore dello show business (sport, concerti, mostre, programmi Tv, film), essa, la deviazione creativa, SVUOTA l’individuo delle sue pulsioni di rabbia, frustrazione, energia di lotta, indignazione ecc., quel tanto che basta perché poi egli/ella torni quotidianamente alla cotoletta, al divano, alla prudenza e alla rassegnazione. In queste istanze la libera illimitata CREATIVITA’ è quindi resa innocua, e ci può anche stare.

Non mi dilungo in esempi, ma guardatevi un concerto dei Muse nella canzone Uprising (Rivolta), per esempio al LCCC Manchester 2010: mozzafiato il tornado di ‘rebellion’ che prende le decine di migliaia di ragazzi presenti, pugni chiusi sbattuti in aria, grida furenti contro il Potere, un trilione di Watt impazziti li scuotono, a vederli sembra che domani prenderanno d’assalto il Palazzo… ma invece si sfoga tutto lì, e lì tutto finisce, perché la mattina dopo c’è il lavoro, o c’è l’esame da dare e il prof. è meglio non sfidarlo troppo, e papà e mamma che poi ti tagliano la paghetta se ‘sbrocchi’... E quindi tutti sti Che Guevara per una sera si sono sfogati nella catarsi emotiva del ‘concerto rebellion’ e poi svaniscono nel nulla. Come scrisse Barnard, “… e nessun padrone del mondo sposta le sue scarpe da 5.000 dollari dalla scrivania a Manhattan o a Francoforte. Tranquilli”.

O Lady Gaga agli Oscar 2016: da lacrime e brividi, da magone e poi quel senso di Siiiiiiiiiiiì Mai Piuuuuuuuù la violenza sulle donne!!!! Poi, chi veramente è disposto già la mattina dopo a rompere il muro dell’omertà sugli abusi sessuali nei Campus, nei luoghi di lavoro, e soprattutto nelle famiglie? Chi dei milioni di emozionati da Gaga si gioca poi qualcosa per questo? Lo 0,5% se va bene, tutti gli altri, asciugate le lacrime dopo il calo del sipario, tornano inerti, hanno sfogato quei 6 minuti d’indignazione e sono a posto. E lo stesso è la discussione radical-chic a cena dopo la mostra dell’artista shock, o dopo il film-denuncia. Il culo non se lo giocherà nessuno la mattina dopo, basta e avanza la retorica sdegnata davanti al carpaccetto col tartufo e Chianti, e di nuovo si sentono a posto. Nessuno in America è mai diventato Malcom X dopo aver visto una mostra del ‘creativo senza limiti’ Robert Mapplethorpe… Questo la dice lunga sulla Creatività in senso ESPANSIONISTA gentilmente concessaci dal Vero Potere.

E ancora: Beppe Grillo è in questa categoria. E’ stato attentamente studiato, e cosa sono i boati gastrici in tripudio di folle del comico se non proprio valvole di sfiato entro poche ore per rabbie popolane che potrebbero invece, se covate e meditate a lungo, portare a una vera ‘rebellion’? Grillo sta a capo di un esercito d’idraulici comodi idioti al soldo del Vero Potere, che ogni volta che il ‘boiler del popolo’ sta per esplodere, intervengono ad aprire 2mila valvole per sfiatarlo, fino a renderlo di nuovo innocuo.

L’uomo dalle scarpe da 5.000 dollari è magnanimo nel concedervi in queste istanze tutta la Creatività che vi pare. Vi controllano proprio con essa, svuotandovi le energie della lotta fornendovi valvole di sfogo scintillanti, emozionanti, ma che SEMPRE siano brevissimi scoppi di fuochi di carta colorata, dopo i quali vi riconducono nel pollaio. Non creatori di trincee per le strade delle nostre città. Quello mai.

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Il controllo della Creatività in senso RIDUZIONISTA è invece ben altra cosa. Qui bimbi non si scherza un cazzo, chi sgarra in CREATIVITA’ fuori dei recinti spinati del Vero Potere è un cittadino morto. L’ISIS gli fa una pippa alla totale ferocia dell’uomo dalle scarpe da 5.000 dollari se scorge in qualsiasi angolo del mondo un seguace di Rousseau, e/o un vero radicale nelle idee.

Uso il termine RIDUZIONISTA proprio perché qui il Vero Potere ha invece lavorato per recintare le possibilità creative in spazi da campo di concentramento, e vigilati come un campo di concentramento. Pensate alla politica, cioè all’arco costituzionale dei partiti. Non sto qui a narrare i dettagli che richiederebbero volumi, ma pochi sanno che agli inizi del novecento le rappresentanze politiche erano centinaia in ciascuno dei maggiori Paesi occidentali; negli USA poi erano in maggioranza socialiste radicali (sic), in Europa il fermento faceva impallidire un termitaio. Ho le lettere che mio nonno si scambiava col giovane Mussolini, e dove la lista citata delle riviste letterarie politiche, dei circoli anarco-sindacalisti, delle correnti hegeliane o nazionaliste è impressionante. Dove sono oggi? Infatti il lavoro di RIDUZIONE delle possibilità di queste formazioni di essere udite e affermarsi, cioè il lavoro di RIDUZIONE del loro potenziale CREATIVO libero, iniziò implacabile.

Qui il metodo di propaganda inventato da Edward Berneys (USA) fu essenziale, a braccetto con l’avvento della diffusione mediatica delle idee, ovviamente ad appannaggio solo di poche formazioni ricche che se la potevano permettere. Gli anni ’80 hanno visto questa campagna di RIDUZIONE della rappresentanza politica accelerare in modo fulmineo anche in Europa. L’Italia fu presa nel mirino, col solerte aiuto del PCI poi PDS, quando ci fecero sentire dei buffoni perché noi avevamo i ‘partitini’. Ma cosa c’era di così pericoloso nei ‘partitini’? Esattamente ciò che era pericoloso nelle centinaia di rappresentanze sopraccitate dei primi del ‘900, semplice: lì dentro potevano nascere idee CREATIVE sovversive per un semplice calcolo probabilistico: più ce ne sono più possono deviare dalla narrativa del Vero Potere. Furono spazzati via, e anche noi siamo ora ‘ammaragani’, col bipartitismo, o al massimo con un tripartitismo, che domina, anche se ancora non abbiamo completato l’opera di azzeramento totale della rappresentanza frazionata.

Come ho più volte scritto, la chemioterapia RIDUZIONISTA delle rappresentanze politiche operata dal Vero Potere ci ha messi oggi davanti a schede elettorali dove l’unica scelta è fra lo SCHIFO e l’ORRORE, cioè “vota questo puzzone, perché l’unico altro realisticamente possibile è anche peggio”. E in questo modo è stata sancita la vera Fine della Storia. Anche dovesse esistere ancora qualche sacca di rappresentanza politica capace di libera CREATIVITA’ a la Rousseau, chi cazzo la vota sapendo che al massimo va a prendere uno 0,1%, e sapendo di sottrarre così voti allo SCHIFO, per cui poi trionferà l’ORRORE? Ci blocchiamo di fronte a questo ricatto, e il 99% di voi ci casca.

La Scienza. Nella scienza, e badate bene che qui parliamo di qualcosa di altrettanto cruciale della politica, il lavoro di disintegrazione della CREATIVITA’ libera illimitata è stato un bombardamento a tappeto, sempre nel senso RIDUZIONISTA. Per chi non lo sa, è bene riassumere come funziona oggi la ricerca e produzione d’ipotesi scientifiche, l’affermazione poi di cure mediche, applicazioni tecnologiche, insomma, di cose essenziali per tutti gli umani. Qui il Vero Potere ha agito col solito sistema: i finanziamenti pubblici sono stati ridotti agli spiccioli del caffè usando il fantasma della crescita del debito pubblico. I veri fondi sono erogati da Fondazioni controllate da banche o dai colossi multinazionali privati. Là dove (ad es. il MIT americano) i fondi per le ricerche sono ancora pubblici in parte (il Pentagono spesso), i brevetti sono poi sempre acquisiti (regalati a due soldi) dal settore privato. Ergo il CONTROLLO sulle idee creative è feroce, perché controlla chi paga, cioè il Vero Potere. Ma peggio: sappiate che lo scienziato che formula ipotesi di ricerca, e magari in rarissimi casi sono proprio idee creative sovversive del sistema dominante, deve però sempre passare, per essere udito, dalla ‘pubblicazione scientifica’. Ma qui sta il tranello mortale: si chiama Peer Review.

Cosa significa? Questo: io ricercatore Joe pongo alla comunità scientifica una mia scoperta o ipotesi (tali da portare poi a cure o tecnologie ecc.), ma per poterla pubblicare e quindi essere preso sul serio, devo prima passare dall’esame della mia scoperta/ipotesi da parte dei miei ‘pari’, cioè di altri scienziati affermati, la Peer Review appunto. Ora, ci arriva anche un tonno: mettiamo che Joe abbia CREATIVAMENTE intuito qualcosa che SOVVERTE gli interessi di miliardi di dollari del Vero Potere (non parlo qui del cancro però), ma che sarebbe di beneficio a noi popolo; credete voi che i ‘pari’ di cui sopra, cioè ricercatori e docenti che devono il culo e le cattedre ai finanziamenti del Vero Potere, gliela promuovano? Dai, non perdiamo del tempo. Ed ecco quindi che anche in tutta la sfera della scienza moderna esiste una doppia gabbia RIDUZIONISTA feroce (finanziamenti e Peer Review), perché la posta in gioco qui è stratosferica. Ciò che passa, nella totalità dei casi, è solo ciò che non sovverte interessi dei gruppi di potere.

Ma questa è la fine della scienza stessa, che è nata proprio perché qualcuno osò fare ipotesi CREATIVE LIBERE E SOVVERSIVE rispetto ai dogmi medievali. Galileo fu un genio non solo perché intuì cose che la matematica e la fisica d’allora gli suggerivano in seguito a evidenze cosmiche, ma soprattutto perché si mise a sperimentare ipotesi che apparentemente non avevano senso. Galileo aprì la ‘stalla della creatività’ e permise ai buoi di andare ovunque all’impazzata. A momenti ci ha rimesso la pelle allora, ma almeno allora se ne parlò. Oggi il RIDUZIONISMO lo avrebbe fatto fuori senza neppure un minuto di visibilità, non ne avremmo mai sentito parlare di Galileo, oggi.

Bè, da qui non si può che saltare, ma rapidamente perché ne ho già parlato, all’altra sanguinaria arena del RIDUZIONISMO, cioè tutto il sistema pedagogico, scuola e università. Mio Dio! Oggi il bambino che esplode di energia e rifiuta di essere imbalsamato su un banco a imparare cose che annoierebbero un calamaro – oh no! chissà mai che questo non diventi un essere pensante e quindi PERICOLOSO, sovversivo – bè quel bambino viene etichettato Attention Deficit Hyperactive Disorder (ADHD), ha cioè una patologia, dicono, e lo imbottiscono di Ritalin, che è un’anfetamina. L’altro piccolo il cui cervello ha magari sacche di geniali funzioni ma che non riconosce bene lettere e numeri è Dislessico, dicono, e viene istituzionalizzato nei noti, ma certamente gentili, modi, perché anche lui chissà mai che non ci diventi un Garry Prouty (genio sovversivo della psichiatria odiato dal Potere, ma non sapeva contare il resto al bar), o un Pablo Picasso… sapete, uno che imbarazzò tutta la Spagna franchista del dopoguerra quando a New York, in presenza delle autorità e del governo tedesco di Willy Brandt, tutti al cospetto del dipinto Guernica, i tedeschi esclamarono “Potente, questo l’ha fatto lei?”, e Picasso rispose: “No, l’avete fatto voi”…  Oggi non DEVE SUCCEDERE, chiaro? E la scuola provvede.

Delle università dico una sola cosa, breve. Nel paragrafo più sotto ricordo chi impartì l’ordine di ‘sequestrare’ le università dal fermento CREATIVO degli anni ’60, e purtroppo il suo successo seguente fu tragico. Oggi negli atenei il baronato trionfa e ogni parvenza di rapporto inter pares fra studenti e docenti è una farsa da toelette di treno. Ma qui il RIDUZIONISMO del Vero Potere ha operato una cancellazione storica spettacolare, mirata alla chemioterapizzazione di ogni possibile cervello sovversivo. Sono oltre 70 anni che il principio educativo che cito sotto esiste, e per bocca di fior di cervelli (Chomsky, Pinker, lo stesso Illich):

L’INSEGNAMENTO DI UNA MATERIA UNIVERSITARIA DEVE ESSERE MIRATO INTERAMENTE AD INVITARE GLI STUDENTI A FARLA A PEZZI, SMONTARLA, ANALIZZARLA CON FEROCIA CRITICA, CONTESTARLA A MORTE, FINO A UN PUNTO DI OMEOSTASI.

Giuro che sto sghignazzando amaro a pensare a quale fagotto di prof. universitario oggi segua questa legge prodigiosa. Sghignazzo perché anche se dai fagotti prof. ne uscisse uno che appena accenni a farlo, lo troveremmo in fondo a un pilone di cemento di un cavalcavia appaltato alla Mafia. Sono quindi 70 anni che ci hanno detto come l’istruzione può creare Cittadini con quella C maiuscola. Ma no, il RIDUZIONISMO del Vero Potere vi ha cavato gli occhi su questo, vi ha strappato i timpani. Ne avevate mai sentito parlare? Esiste fra i lettori un singolo studente o ex studente che si ricordi il suo prof. così: “Bene, questo è quanto. Vi rivoglio qui tutti, uno dopo l’altro, giovedì prossimo a dimostrarmi che oggi vi ho insegnato una mucchia di cretinate, o che i miei fatti o i dati non hanno senso, che ho platealmente sbagliato su quell’autore, che sono un produttore di propaganda e non un insegnante. Ok? A rivedeci qui”. Anyone?

- segue nel 2) -