[Paolo Barnard]

IL MINISTERO SANITA’ VA MESSO IN MANO A CLINICI AMMALATI DI CANCRO, SLA, ICTUS, IN FASE GRAVE. LDLD.

 

Questo Jamming in LDLD è per me doloroso, tanto. Perché questa idea geniale, unica al mondo, che io ebbi – e cioè che la gestione della Sanità nazionale al Ministero a Roma va messa in mano a grandi Clinici già ammalati gravi o addirittura terminali – non nasce oggi in questo articolo; non è un sogno da sviluppare nelle sue dirompenti applicazioni di cui tratto sotto; non è impossibile da realizzare.

Questa rivoluzione copernicana del mondo della salute, della malattia, e della gestione statale della Sanità pubblica IO LA FECI PARTIRE, e non solo. Io, e i miei grandi Clinici italiani ammalati di tumore, ictus e SLA, nell’arco di tre anni sfrecciammo da una trasmissione televisiva di enorme successo da me filmata (Nemesi Medica, RAI Educational), a un libro pubblicato che andò a ruba (Dall’Altra Parte, Rizzoli BUR 2006), e approdammo al Ministero della Sanità a Roma dove ufficialmente divenimmo Commissione di Consulenza dei Clinici Ammalati per il Ministro Livia Turco. Eravamo a un millimetro dal traguardo, avremmo operato il più epocale cambiamento della Sanità per l’Interesse Pubblico nella Storia dell’umanità. Poi tutto crollò. Tanta fatica, un’idea di puro genio, l’immane dedizione di Clinici che nel frattempo lottavano contro la morte, e il sogno di una Sanità straordinaria, finirono in nulla. Sanguino nel parlarne, ma va fatto.

LDLD.

L’assunto di partenza è semplice, e come sempre ci si chiede perché altri non ci hanno mai pensato:

Il cittadino che si ammala gravemente, quello cioè che davvero necessita del massimo potenziale della Sanità, conosce ahimè passo dopo passo ogni aspetto della SOFFERENZA che una malattia devastante porta. Ma non conosce la SCIENZA e le strutture che dovrebbero soccorrerlo.

Il Clinico sano, conosce invece alla perfezione la SCIENZA e le strutture di cura, ma non ha la più pallida idea di cosa significhi la SOFFERENZA vissuta sulla propria pelle minuto dopo minuto da una diagnosi terribile.

Il Clinco che invece si è ammalato di una patologia grave, debilitante, e spesso terminale, finisce per essere la PERFEZIONE DELLA CONOSCENZA MEDICA, poiché egli unisce in sé la SCIENZA e la SOFFERENZA come invece nessuno dei sopraccitati conosce.

E sono dunque i grandi Clinici ammalati gravi che devono dettare alla nazione come fare la Medicina. Una Medicina che SAPPIA CONIUGARE LA SCIENZA CON L’UMANITA’, perché loro, i Clinici ammalati gravi, ora sanno di SCIENZA e di SOFFERENZA come nessun altro, ora possono farlo come nessun altro.

Until it happens to you, you don’t know how it feels

E’ un verso di una canzone di Lady Gaga, scritto a proposito dei futili tentativi di alcuni d’incoraggiare e aiutare donne vittime di stupro. Lady Gaga, che subì un abuso sessuale, canta “Finché non ti accade, tu non puoi sapere cosa si prova”. E la notte di quel 2005 in cui io di colpo ebbi l’idea della Sanità gestita da Clinici ammalati gravi, io mi dissi la stessa cosa: è inutile, per quanto un medico o un dirigente sanitario siano decenti, essi non sapranno mai cosa si prova davanti a una biopsia di carcinoma; davanti a una sala dove una macchina paurosa ti dirà se vivrai un anno, quattro, e quanto hai per dire addio a tutto ciò che ami; cosa si prova la notte a svegliarsi da un sogno dove sei normale ed essere aggrediti dalla memoria che domani hai l’altro ciclo di chemioterapia; o quando nell’arco di secondi passi da un essere funzionante che dà per scontato tutto, a un involucro in carrozzina avvolto in pannoloni e cateteri e che non può più neppure fare la propria firma con la mano destra.

Dalle parole di uno dei miei Clinici ammalati del 2006, un’oncologa dell’Istituto Tumori di Milano: “Per 30 anni ogni mattina arrivavo al lavoro e trovavo pazienti con fogli in mano che vagavano per i corridoi incapaci di trovare la sala TAC, che invece era proprio davanti a loro. Mi fermavano e chiedevano. Poi la mattina in cui un collega mi disse che io  avevo tumori nella colonna vertebrale, uscii dal suo studio e ci misi 20 minuti a trovare il mio studio…Venti minuti a trovare un luogo dove mi ero recata tutti i giorni per 30 anni. E lì capii quei poveri umani smarriti in un corridoio e che non riuscivano a trovare ciò che avevano davanti”. “Until it happens to you, you don’t know how it feels”.

Dalle parole di un altro dei miei Clinici ammalati, un dirigente chirurgo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano con un tumore ai polmoni: “Paolo, sono stremato dalle visite ed esami, ma una cosa ti voglio dire. Se mai, quando tu mi conoscesti come medico sano, io mi sono comportato come si comportano sti medici oggi con me, bè, Paolo, io mi merito ogni minuto di sofferenza che sto passando”. “Untili it happens to you, you don’t know how it feels”.

Il vero padre dell’oncologia italiana, non l’oncologo televisivo signor Veronesi, ma Gianni Bonadonna, l’unico oncologo italiano ad aver imposto un protocollo di cura alla Medicina americana, e riconosciuto nel mondo al punto che oggi la più prestigiosa Lecture in oncologia della UCLA in California è intitolata a suo nome, rispose anni fa a una mia domanda secca. “Professore, come va rifatta la Medicina?”. Alzò il capo reclinato mentre una piccola bava di saliva gli cadeva sui pantaloni, rattrappito su una sedia a rotelle da un ictus devastante, e solamente disse: “Più umana”.

Lo sposalizio d’immane dirompente beneficio per tutti noi fra SCIENZA e SOFFERENZA che vive in questi Clinici ammalati gravi, poteva cambiare per sempre la Sanità. E cambiarla dalle sue radici, perché come ho già riportato nelle parole di uno dei pionieri europei della chirurgia toracica, ma alle prese con un tumore tri-recidivo, il Prof. Francesco Sartori, mio Clinico ammalato “Se speriamo di umanizzare la Medicina, va capito che un medico già formato, anche se apparentemente umano, è totalmente inalterabile, non più umanizzabile oltre un cortissimo limite, indisposto a qualsiasi libera dialettica. Anzi, se mai lo studente al primo anno di corso possedeva un qualche talento all’umanità e alla libera dialettica, alla laurea li avrà persi entrambi del tutto. Dobbiamo agire prima“.

Stilammo un Decalogo, che si trova alla fine del libro che vedete in foto sopra, leggetevelo. Vi troverete un'altra figura grandiosa della Medicina rivoluzionata dal medico ammalato, il cardiochirurgo scomparso Prof. Sandro Bartoccioni... Lui doveva essere Ministro della Sanità in eterno in sto Paese. Non aggiungo altro. Ho scritto questo perché la LDLD m’impone di sfidare ancora, seppur da una catacomba, le cancrene della società in cui viviamo. Il resto non sono più affari miei. Io feci la mia parte, anche qui, nel devastante mondo di SCIENZA e SOFFERENZA, che poteva illuminarsi di nuova luce col Ministero della Sanità gestito da grandi Clinici passati “Dall’Altra Parte”.