[Paolo Barnard]

ERAVAMO NATI PER COMBATTERE


Lo dico subito e in modo brutale. Chi pensa che le prossime righe siano autocommiserazione, può scoparsi la madre, o, se donna, succhiare l’uccello al padre. E se sono già morti, meglio.

Prendete Charles Baudelaire, strappategli dalle mani il manoscritto de I Fiori del Male dopo sedici anni di suo lavoro. Scribacchiate le ultime 10 righe e metteteci la vostra firma. Lo pubblicate e diventate celebri, poeti, sarete riconosciuti come padri della letteratura moderna. Cacciatelo nel dimenticatoio quel Baudelaire.

Poi andate da lui e ditegli: “Ma dai, cosa conta, non te la prendere, in fondo nella vita conta l’amore, l’amore è tutto, torna da tua moglie, dalla tua donna, dal tuo uomo, dai tuoi figli, da chiunque, e vivi d’amore…”. E se lui vi taglia la gola ha ragione.

L’amore che è tutto, tutto!, è una favola, e la possiamo raccontare a tanta brava gente per cui è vera, lo è. Ma sapete, c’è chi esce dalla vagina della propria madre con un elmo, una lancia e uno scudo, day one, primo respiro. Il suo destino è combattere, è nato per quello, inutile. Sì, ha un cuore e lo usa eccome, ma per combattere.

Ora, dopo una vita di fendenti, tagli, sangue, dolore, polvere, grida, rischio di morte, predete questo guerriero e spogliatelo di tutte le sue battaglie, rubategli ogni passo conquistato, le armi, il nome, e date ogni suo alloro a un altro, o ad altri, che si pareranno al Circo Massimo sulle bighe dai 10 cavalli e la folla che gli grida onori. Poi andate da quel guerriero abbandonato in ginocchio e ditegli “Ma dai, cosa conta, non te la prendere, in fondo nella vita conta l’amore, l’amore è tutto, torna da tua moglie, dalla tua donna, dal tuo uomo, dai tuoi figli, da chiunque, e vivi d’amore…”.

Sì, sì, eravamo guerrieri, eravamo. Prima dei ladri.

 

Paolo Barnard, Warren Mosler.