[Alcune considerazioni su...]

(versione stampabile)


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Pino, un mago di falegname che faceva il più raffinati calci da fucile da caccia che io abbia mai visto. In quella spoglia casa di campagna ci vivevano lui, settantottenne, e la ragazza, trentenne. Due appartamentini dirimpettai ricavati con poco da quel rudere. La ragazza, che dire, una campagnola di origine, veramente bella però, fine, ma soprattutto un gran cuore. Pino, che dire, mite, sempre gentile, mai una volta che mancasse se c’era da aiutare la ragazza, che so, riparare la caldaia, riattaccare la rete del giardino, sbloccare la porta del garage di latta arrugginita.

Che strano rapporto quei due, lei mi parlava di Pino, e io sempre mi sentivo trasportato in un  mondo dove esistono anime miti e anonime che però valgono il cielo. Pino, col sorriso sempre buono.

Il giorno in cui Pino si è ammazzato con uno dei suoi fucili, la ragazza ha trovato sul suo stuoino un biglietto di carta marrone e una moneta antica forata con un laccio come collana. Per lei.

E a me manca l’essere trasportato in un  mondo dove esistono anime miti e anonime che però valgono il cielo.

Questo ha senso raccontare adesso.

 

 


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