SU VERONESI, CURA DEL
TUMORE, ALTERNATIVI.
Essendo insignito del titolo di ‘Unico giornalista in Italia che è stato cacciato a urli da Veronesi dal
suo ufficio allo IEO per aver osato sfidarlo invece che leccargli le scarpe’,
penso di aver titolo per scrivere una brevissima nota sulle notizie di oggi in
merito a cure dei tumori e promesse dei cosiddetti “ciarlatani”.
Mi sono già espresso in merito in passato e lo riassumo
così: di certo la Medicina deve
ricercare in ogni direzione, anche la più improbabile, ma nella mia vita ho
visto più ammalati di cancro sopravvivere con chirurgia, radioterapia e chemio,
di quelli che ho visto sopravvivere coi metodi alternativi. Anzi, tutti i miei
conoscenti o meno che si affidarono agli alternativi sono morti a breve. 100%. Ma lo
spettro di casi da me visti non fanno né statistica né epidemiologia clinica, questo
devo ammetterlo.
Tuttavia esiste un dato dirimente sui metodi alternativi
della cura dei tumori, tipo Hamer o Di Bella ecc. Questo dato ve lo annuncia a
caratteri cubitali non la Medicina, ma il
Mercato.
Il grande pubblico non sa nulla di come lavorano i grandi
investitori. Io sì. Essi passano l’intera vita a scrutare letteralmente tutto ciò che si muove sulla faccia della Terra,
dalle banane agli Hedge Funds, dal clima al petrolio, dalle mode alimentari
alla caduta dei capelli, dalle guerre alle spiagge, scienze, tecnologie, mode,
umori, nascite, mutamenti di statura e peso umano, consistenza della neve…
tutto. Appena vi spiano una promessa di successo commerciale e quindi di alto
ritorno sugli investimenti, vi si fiondano con milioni e persino miliardi. Vi si fion-da-no.
Eccovi il dato dirimente:
Se davvero i Di Bella o Hamer et al. avessero mai prodotto qualcosa che anche
solo assomigliava a una terapia che cura il cancro, già da decenni un
elicottero della Pfizer o di Peter
Hargreaves li avrebbe prelevati in blocco (loro, assistenti, mogli, figli, cani e gatti) e li avrebbero depositati su pile di
milioni di dollari in laboratori da Blade Runner in USA, GB, Russia, Hong
Kong... Punto. *
Ma questo non è accaduto. E questo prova che non
v’è assolutamente nulla di certo e meno che meno di salvifico nelle terapie
cosiddette alternative. Fine discussione. Per favore cliccate nella spazzatura i pazzoidi che credono al complotto del "gli investitori fanno più soldi senza una cura per il cancro che con...". C'è un limite all'idiozia degli ignoranti. Non esiste investitore al mondo che con la prospettiva di un guadagno a breve di, ipotizziamo, 20.000 miliardi di dollari (ciò che gli frutterebbe una cura definitiva dei tumori per almeno il 40% di 5 miliardi di potenziali utenti con brevetto di 20 anni), pensa invece che è meglio guadagnarne di più in 20.000 anni di redditi da chemio e radio. Per cortesia non siamo oscenamente cretini.
State certi – e lo dico con l’immenso rispetto
per la malattia che nutro nella coscienza e nei fatti concreti del mio impegno
di vita – che il giorno in cui saprete che la cura di un tal Dr. Luca è misteriosamente
volata da uno studiolo di San Pietro in Casale a un mega lab di Los Angeles un giovedì pomeriggio, quello sarà il giorno in cui dovremo tutti tendere le orecchie verso quell'alternativo.
* se poi si dovesse scoprire che l’elicottero della
Pfizer o di Peter
Hargreaves si presentarono da qualche ‘alternativo del cancro’ e questi li ha
rifiutati, bè allora egli o ella vanno fucilati in piazza senza processo. Ma lo
scrivo unicamente per uno scrupolo teorico, perché la possibilità che sia
accaduto è nell’ordine dello 0,000002%.
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