[Alcune considerazioni su...]

(versione stampabile)


Terminator.

Ho appena finito di rivedere Terminator, il celeberrimo film con Arnold Schwarzenegger, e vi ho visto l'Italia di oggi, proprio lei, in un'unica potente immagine. A poco dall'inizio, si vede una terra devastata, cosparsa di relitti, macerie, cose e corpi morti, nulla più si muove ormai. Su questa devastazione incombono dei robot a due gambe dotati di fasci di luce fulminea, che non appena scorgono anche il più piccolo movimento, vagito, segno di vita o di energia residua, lo estinguono impietosamente. Nulla deve sopravvivere. Come accadeva nei massacri della Grande Guerra, quando truppe selezionate vagavano fra le masse di corpi maciullati e finivano con un colpo alla nuca i pochissimi ancora in vita. Ecco, in Italia è accaduta la medesima cosa.

Non vi fate ingannare dalle apparenze, dal fatto che noi non viviamo fra macerie fumanti e sotto un cielo plumbeo di gas tossici da fall out nucleare. Ci muoviamo, mangiamo e andiamo in ferie, ma dentro siamo estinti, come mai lo fummo in 20 secoli di Storia.

Per prima cosa arrivarono gli eserciti dell'Esistenza Commerciale e della Cultura della Visibilità, hanno sostituito le mitraglie o le bombe atomiche, e ci hanno ammazzati nell'anima con la stessa micidiale efficacia. Oggi i pensatori che escogitarono quei due orrendi capitoli del nostro futuro, e i loro sponsor, dormono sonni tranquilli, nulla più si muove, la terra è sterilizzata da ogni residuo di coraggio e di determinazione a cambiare, a ribellarsi, da parte degli umani. Italia più che inclusa. Basta voler vedere, basta passare una giornata davanti alla Tv e a quello che ci mostra (sì, anche la TV nostra), e poi affacciarsi alla finestra: non ci sono sommosse e palazzi dati alle fiamme, barricate, marce su Roma, New York, Francoforte, Ginevra, assalti ai Parlamenti. Basta passare un pomeriggio a Hong Kong, andateci. Basta leggere di quanti megawatt noi tutti abbiamo bisogno per essere quello che siamo ogni santo giorno. Basta fermarsi su un marciapiede e guardare le auto, solo guardarle per pochi secondi con gli occhi di chi è arrivato sulla Terra per la prima volta un quarto d'ora prima. Basta pensare: perché lavoro per vivere?... e perché in queste condizioni?, e però vedere che tutti continuano a farlo, a capo chino. Basta guardare l'arrivo delle Star sul tappeto rosso del Festival di Venezia col volume della Tv spento, guardare loro e noi, e chiedersi: ma perché? Basta questo.

E poi sono passati i robot sterilizzanti. Fra le macerie di questa Italia erano sopravvissuti pochi, sparuti, disconnessi esseri umani; si muovevano furtivi, denti stretti, la mente furiosamente in corsa con una domanda ossessiva "cosa faccio ora?", "come organizzo la resistenza?", e lo sguardo lanciato oltre i ruderi alla ricerca di altri segni di vita. Ma sono arrivati i robot, li hanno individuati, li hanno attirati a sé... e li hanno finiti con un colpo alla nuca. Oggi i corpi senza più mente di quei sopravvissuti sono tutti ordinati da una delle due parti dell'unico mondo di morti permesso: i morti dell'Antisistema appaiati a quelli del Sistema. Morti che combattono fra di loro in un unico mondo di defunti. L'unico mondo possibile oggi.

Il piano è riuscito alla perfezione, e mentre i cadaveri dei due mondi che sono uno solo stanno alla gola l'uno dell'altro, il Potere vive. Lui vive. Perché il Potere è altro e sta altrove, non l'avevate capito?

 


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